Passato e Presente - anno II - n. 9 - mag.-giu. 1959

Gianni ·Scalia pure secondo il cliché pseudorivoluzionario del << paradiso sociale, dove la saggezza, l'amore, la cultura, la ragione sole imperano e dirigono la vita ))· (p. 266). Gramsci è altrettanto contrario (ovviamente) alla insensibilità del giornalismo borghese ( « le banali e sciocche barzellette dei pennivendoli )) p. 108), sia alla mentalità riformista dei menscevizzanti o, per ragioni eguali o contrarie, dei massimalisti bolscevizzanti, entrambe ·mitologiche e antistoriche. « Le condanne generiche sono stupide cosf come le esaltazioni generiche; sono indice di bassa cultura e di scarsa educazione politica, sono indice di una mentalità demagogica e giacobina simile in tutto a quella che si suppone domi- ., nante nel movimento rivoluzionario russo)) (p. 276). E di « :filosofia storicistica )) Gramsci vedeva, e voleva, che fosse nutrita l'indagine culturale e politica dei « bolscevichi )) (cfr. p. 268). Il criterio fondamentale della democrazia socialista è sempre l'autogoverno e il consenso. « In· Russia tende a realizzarsi cos1 il governo col consenso dei governati, con l'autodecisione di fatto dei governanti~ perché non vincoli in suditanza legano i cittadini ai poteri ma si avvera una compartecipazione dei governati ai poteri. I poteri esplicano un 'immensa opera educatrice, lavorano a rendere colti i cittadini, lavorano alla realizzazione di quella repubblica di saggi e di corresponsabili che è il fine necessario della rivoluzione socialista, perché è la condizione necessaria alle attuazioni integrali del programma socialista )> (p. 268) ( corsivo nostro). E' riaffermato il carattere « provvisorio )>· o meglio l'autodistruzione progressiva delle forme di « dittatura )> o di direzione politica rivoluzionarie (secondo il canone marxista classico. e, in parte, leninista) da realizzarsi dopo la vicenda rivoluzionaria. « La dittatura è l'istituto fondamentale che garantisce la libertà, che impedjsce i colpi di mano delle minoranze faziose. E' garai1zia di libertà perché non è metodo da perpetuare, ma permette qi creare e solidificare gli organismi permanenti, i11cui la dittatura si dissolverà, dopo aver compiuto ·la sua missione)), rimanendo ferma la necessità dopo la rivoluzione ·di una « organizzazione delle libertà >>capace di « suscitare una gerarchia, ma che sia aperta, che non possa cristallizzars.~ in ordine di casta e di classe >>(p. 285), i cui « nuclei vivi>> « sono i soviet e i partiti popolari, o concretamente il partito bolscevico)), che, sia pure nell'assimilazione di altri gruppi politici, non è un partito-totalità statuale in nuce, organismo-guida di tutta la società, ma organismo aperto, in perpetuo ricambio e sviluppo. « I soviet sono l'organizzazione primordiale da integrare e sviluppare e i bolscevichi" diventano ~l partito del governo perché sostengono che i poteri dello Stato devono dipen-- dere ed essere controllati dai soviet >>(p. 286). -BibliotecaGino Bianco·

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