Gianni Scalia tinuo scambio, una continua escavazione-nel blocco amorfo del popolo. Nuove energie sono suscitate, nuove idee-forze p~opagate. Gli uomini sono finalmente cosf gli artefici del loro destino. Tutti gli uomini. E' impossibile che si formino minoranze dispotiche. Il controllo è sempre vivo ed alacre. Ormai c'è un fermento che scompone e ricompone gli aggregati sociali senza posa e impedisce le cristallizzazioni e impedisce che la vita si adagi nel successo momentaneo» (p. 124). Rifiutando l'interpretazione attivistico-idealistica delle él:z~tes individualistiche dirigenti, Gramsci si difende anche dalla loro versione « gia- _cobina », oligarchico-partitica, politico-professionistica. Per questo parla di élites proletarie, « élites di massa· >> ( come nei Quaderni), create attraverso l'educazione, la tensione «spontanea», perpetuamente organizzantesi in istituti di lotta e di autogoverno rivoluzionario. La interpretazione antigiacobina giunge, in certe occasioni, ad una sopravvalutazione in senso volontaristico del movimento rivoluzionario, suscitatore di condizioni oggettive; per cui la maturità eco- -nomica viene creata dalla stessa volontà politica. Del resto Gramsci parla dei bolscevichi russi come di « non marxisti», nell'accezione « ortodosso-dogmatica » dei positivisti riformisti, non seguaci ortodossi, cioè, ma creatori originali di pensiero e di prassi politica rivoluzionaria: cadendo nell'accettazione di un'interpretazione del marxismo di Marx mutuata dalle ·versioni positivistiche per opporvisi polemicamente, e nell'accezione pan-volontaristica della rivoluzione, di ascendenza idealistica; anche se - come abbiamo già detto - la sua intenzione è quella di mettere in piena evidenza e in primo piano il carattere organico, « razionale » del movimento rivoluzionario, il vincolo dei bolscevichi con ~e masse popolari russe, con il loro pensiero, la loro cultura e i loro ideali al di là di ogni sovrapposizione intellettualistica o ideolqgicamente « estranea » 1 • Di fatto Gramsci approfor1disce, nella tematica rivoluzionaria, soprattutto il motivo ·della istituzionalità in nuce degli organismi- democratici e proletari, e il motivo della rappresentanza, diretta e control~ata, di ·classe come « fonte· di potere » e di mandato politico. L'idea del soviet, è considerata come « il pernio della ... energia rivoluzionaria [del proletariato], l'idea compaginatrice dell'ordine nuovo internazionale », (p. 350). Il soviet è un organismo nuovo, un isti1 In questo senso Gramsci avrebbe presumibilmente corretto le affermazioni leniniste del Che fare? sull'ideologia «dall'esterno» della classe e la conseguente teorizzazione dei « rivoluzionari prof~~ionisti », degli .intellettuali-guida, legata del resto a tutta una particolare strategia .di lotta politica.. ·Biblioteca Gino Bianèo
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