Gianni Scalia non la sostanza intellettuale,· Gramsci afferma la perenne novità della «rivoluzione>> come essenza della vita; la differenza qualitativa tra « vita sociale quotidiana >>e la « vita di eccezione delle rivoluzioni >>; la fiducia che « la vita è sempre rivoluzione>> (p. 124). E non si tratta di un attivismo verbale, a plafond volontaristico e· irrazionalistico. Tutt'altro. In un brano di grande efficacia (l'Orologiaio pp. 225-227) su cui giustamente ha attirato la nostra attenzione Alberto Caracciolo in un suo raccourci 1 , Gramsci espone, con eccezionale chiarezza e lucidità, i compiti di una generazio~e politica e culturale « rivoluzionaria >>: rivoluzionaria nel pensiero, nell'azione e nella stessa coscienza etica. Egli si oppone ad una nozione di rivoluzione escatologica e teleologica, come ideale di una « società perfetta >>e immobile e come giustificazione «futura>> dell'azione rivoluzionaria; e insieme si oppone ad una nozione di « evoluzione >>pacifica, naturale, graduale. La rivoluzione è insieme continuità e rottura, cioè « sostituzione >>di valori nel senso di una alternativa positiva e costruttiva, mai compiuta, ma perpetuamente da realizzare e da adempiere. La rivoluzione è un compito, un atteggiamento sempre presente, attivo, critico di ogni situazione data o immobilizzata; non è un mito pragmatico o un ideale metastorico, strumento di giustificazione dello stesso potere rivoluzionario," piuttosto che perpetua contestazione libertaria di poteri e cioè perenne produzione di un « potere aperto >>;o « salto >>dalla preistoria alla storia, nella assolutizzazione propria di una filosofia della storia 2 • La rivoluzione è un ideale incarnato nell'azione collettiva, democraticamente governata, diretta e controllata : insieme lotta e autoeducazione; negazione e costruzione positiva; consiste nella coincidenza, in una finalità comune, .delle volontà soggettive, che non è un'armonia prestabilita ma una « unità sociale >>piu ampia ed estesa : accordo di fini e di mezzi, di libertà e di discipli_na in una organizzazione sociale fondata sulla partecipazione, sul consenso attivo e sulla verifica democratica. « Non c'è nella storia, nella vita sociale, niente di fisso, d'irrigidito, di definitivo. E non ci sarà mai, nuove verità accrescono il patrimonio della sapienza, nuovi bisogni, sempre superiori, vengono suscitati dalle condizioni nuove di vita, nuove ·curiosità intellettuali e morali pungono lo spirito o lo obbligano a rinnovarsi, a miglior~rsi, a mutare le forme linguistiche di espressione... E in questo continuo sforzo di perfezione, in questo fluire di 1 Cfr. in « Bollettino Einaudi » citato. 2 Contro la quale G·ramsci già da ora si batte. BibliotecaGino Bianco \
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