1_152 Gianni Sca/,ia rica doveva rivolgersi sistematicamente anche e specialmente ai fenomeni economici, senza la conoscenza dei quali la storia è pura esteriorità senza sostanza, superficiale inverniciatura multicolore, senza vibrazioni dinamiche, senza possibilità di sviluppo e di superamento, caos fraseologico appassionato e non ordine, non scientifica ricreazione.· Il materialismo storico ha quindi reintegrato il metodo sperimentale e positivo applicato alla ricerca e allo studio degli accadimenti umani, dei fenomeni sociali, e non si confonde neppure con esso come non si confonde col positivismo filosofico » (pagine 327-28). Le accuse che si fecero quindi a Gramsci di «volontarismo» o « bergsonismo » ( al Gramsci già del « Grido >> come piu tardi dell' « Or- . dine Nuovo») non toccavano la sostanza piu critica del pensiero gramsciano, ed erano l'indice dello scarso vigore speculativo e ideologico politico degli accusatori, e a controprova, la dimostrazione del corag- -gio, della spregiudicatezza, della forza intellettuale e critica del giovane pensatore e politico rivoluzionario. Gramsci ·interpreta l'ideale morale non come astratto moralismo, ma come una etica politico-sociale, una « volontà collettiva » 1 ; distingue tra « libero pensiero» e « pensiero libero», in. una opposizione tra istanza illuministico-giacobina e istanza storicistico-socialista, disegnando uno storicismo che accerta e conferma le esigenze illuministich~, strappandole all'astrattismo giusnaturalistico, all'individualismo liberal-borghese, al razionalismo « facile » della ragione e libertà perfetta, progressiva, irenica 2 Questi motivi politici antigiacobini sono persistenti nel Gramsci giovane, e questo ha fatto pensare ad una eccessiva sopravvalutazione di essi (che piu tardi Gramsci correggerà, dopo l'esperienza radicalmente « antidemocratica » del fascismo) 3 , ed anche a un errato impiego « ca., 1 « La moralità consiste nella coerenza tra il pensier_o e l'azione, quando il pensiero è chiaro e concreto e l'azione è rivolta ad un fine universale, che cioè possa essere fatto proprio dalla maggioranza degli uomini' G-255). « E la persuasione è frutto di esame interiore, di lotta, di critica che non cessa mai dall'operare, che mai si quieta; perché vogliamo che il senso morale sia totale e cioè vivo, sempre alacre, sempre vigile, e non giaculatoria da minore osservante» (p. 256). · 2 « Il libero pensiero non è la stessa cosa che il pensiero libero... I socialisti vogliono... il " pensiero libero ". Vogliono uscire da tutte le convenzioni, da tutte le angustie, da tutti i pregiudizi. Per essi il pensiero in sé e per sé è sempre }ibero, ma libero non significa spappolato, non significa capriccioso. Il pensiero, dunque, pur essendo libero, è condizionato, ed è condizionato precisamente dalla storia», ecc. (pp. 260-261). Tutto il testo è di grande importanza per il successivo pensiero gramsciano, di cui sono qui le radici. . 3 Per questo spunto confr. FRANCO CATALANO, L'opera di Gramsci giovane in << Avanti! », 30 ottobre 1958. Su questo articolo interessante cfr. la nostra nota .n. pag. 23. Biblioteca Gino Bianco
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