Passato e Presente - anno II - n. 9 - mag.-giu. 1959

Gianni Sca/,ia minare nell'atto e nel fatto ultimo che tutte le contenga, senza residui di privilegi e di sfruttamenti. L'attività storica contrastante non sfocerà né in uno Stato professionale, come quello vagheggiato dai sindacalisti, né in uno Stato che abbia monopolizzato la produzione e la distribuzione, come è vagheggiato dai riformisti. Ma in una organizzazione della libertà di tutti e per tutti, che non avrà nessun carattere stabile e definito, ma sarà una ricerca continua ·di forme nuove, di rapporti nuovi, che sempre si adeguino ai bisogni degli uomini e dei gruppi, perché tutte le iniziative siano rispettate, purchè utili, tutte le libertà siano tutelate, purché non di privilegio >> (pagine 173-74). La citazione, della cui lunghezza ci scusiamo, conferma la lucidità con cui Gramsci, sia pure rapidamente, disegnava l'« organizzazione del socialismo )) ben diversa da quella di uno Stato « professionale >>o di uno Stato « nazionalizzatore >>di tipo accentrato o burocratico; e vedremo che questa concezione né. « agnostico-liberale », né « autoritarja >) ma democratica del socialismo è per Gramsci il criterio di giudizio del regime socialista e della stessa rivoluzione leninista che potrebbe cadere - qualora non si adeguasse ad un tale i~eale - nel regime borghese « professionale » o « accentratore e statolatra » ( cfr" P· 174). Un altro problema che è stato sollevato 1 è quello dell'eccessivo « antipositivismo >>, e conseguentemente, dell'esagerato «idealismo>> di Gramsci. E' da osservare, però, che la polemica antipositivistica gramsciana deve essere considerata in tutta la sua complessità, Gramsci coglie sicuramente gli aspetti marxisticamente inaccettabili e intraducibili del positivismo : il suo scientismo negatore della concreta validità storicosociale delle scienze e della funzio.nalità della loro metodologia, la tendenza alle summae sociologico-naturalistiche, la · sua involuzione d·a. « pura continuazione e sistemazione logica del metodo sperimentale e positivo di ricerca nelle scienze, come sarebbe dòvuto essere... [a] una dottrina dell'essere e della conoscenza >>. Esso si è snaturato, diventando una metafisica e una mistica, riproponendo il dualismo metafisico-reli-. gioso, anche per la sua distinzione tra « scienze della natura )> e « scienza dello spirito )> che Gramsci storicisticamente rifiuta (p. 326). . E se è vero che. l'influenza dell'idealismo (e soprattutto nella sua ascendenza .hegeliano-obiettiva) è evidente in questo giovanile Gramsci,. 1 Cfr. E. GARIN, Gramsci nella cultura italiana e P. Togliatti, Gramsci e il leninismo, in Studi Gramsciani, atti del Convegno tenuto a Roma nei giorni 11-13 gennaio 1958, Editori Riuniti, Roma 1959. Biblioteca Gino Bianco

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