Passato e Presente - anno II - n. 9 - mag.-giu. 1959

Gramsci giovane 1147 Gramsci come libertà, educazione, evoluzione verso una democrazia concreta e universale, all'interno della società capitalistica, contro forme e istituzioni borghesi limitatrici; insieme, ricerca e azione, disciplina e Jibertà, intransigenza e « tolleranza », proprio in quanto odio dell' « in- .differenza ». La rivoluzione socialista appare unità dinamica di qualità e di q~antità, massa e individui, civiltà morale e forza politica collettiva. Il discorso gramsciano sul soci~lismo si sviluppa concretamente, dunque·, su alcuni punti essenziali : I. l'interpretazione marxista del soci~lismo come id-eologia « autonoma » del proletariato (nel senso della coscienza del carattere storicistico, per cui il socialismo nasce dall'interno della . società capi~alistica come sua opposizione e ·alternativa radicale, e non « massimalistica » « dall'esterno », e del carattere di costruzione del socialismo attraverso forme ed istituti di democrazia diretta, di contenuto, cioè, e non- solo di forma democratica) e il rifiuto della interpretazione positivistica e - sia pure a volte con minore forza - di quella idealistico..,soggettivistica; 2. la polemica contro ogni « moralismo » di tipo liberale e individualistico con la costante richiesta di un'etica socialista («un grande lavoro deve essere fatto da noi socialisti: lavoro di interiorizzazione, lavoro di intensificazione della vita morale», p. 132); 3. l'esigenza di una perpetua opera di « demistificazione » del socialismo come strumento politico, etico, intellettuale, come riforma di pen- ~iero e di costume (antitatticismo, costante presenza dei fini, accordo tra mezzi e fini, intransigenza, e anche antifilisteismo e antivirtuismo « rivoluzionari »)1 ; 4. la perpetua traducibilità di linguaggio politico e di linguaggio morale, di razionalità dei fini e dei mezzi - fondata sul consenso e sulla verifica ~ei presupposti - dell'azione politica. 1 Si legga lo stupendo brano Intransigenza-tolleranza, intolleranza-transigenza (pp. 136-137), che è uno dei documenti piu alti che conosciamo di una letteratura socialista, diciamo- di un'etica socialista, dove viene rifiutata l'intolleranza vuota dell'autoritarismo e dell' (< idolatria» politica, afferente « alla transigenza, alla incertezza, alla dissoluzione degli organismi sòciali », e si afferma, invece, l'autentica intransigenza fondata sulla tolleranza, e cioè: a) sul consenso, sulla verifica democratica dei fini dell'azione; b) sulla razionalità intrinseca e sulla persuasività razionale di questi fini. Non possiamo fare a meno di citare alcune righe di eccezionale valore: « Perché, dunque, un organismo sociale possa essere disciplinato intransigentemente, è necessario che esso abbia una volontà (un fine) e che il fine sia secondo ragione, sia un fine vero e non un fine illusorio. Non basta dunque che della razionalità del fine siano persuasi tutti i singoli componenti l'organismo, perché nessuno possa rifiutare l'osservanza della disciplina, perché quelli che vogliono far osservare la disciplina possano domandare questa qsservanza come compimento di un obbligo liberamente contratto, anzi di un qbbligo a fissare il quale lo stesso recalcitrante ha contribuito. Da .queste prime osservazioni risulta come l'intransigenza Bibriotec Gino Bianco

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