Gramsci giovane 1139 verificata e controllata dalle masse. Il fascino di certe pagine - che hanno un sapore autobiografico e un eccezionale fervore che le colloca tra le migliori di una letteratura socialista - deriva proprio dalla affermata necessità di questi « ideali )> (o meglio, come dice Gram_sci · di « fini )) o « scopi)> etici e politici che hanno un valore di universalità concreta e servono contro le mistificazioni borghesi e contro le possibili mistificazioni del -socialismo) e dall'essere calati in una concreta elaborazione pratica e istituzionale. 2. Cultura socialista e organizzazione della cultura. Cosf la richiesta di una rinnovata cultura socialista non ha solo un valore di polemica ideologica contro le sedimentazioni e le cristallizzazioni deterministiche e positivistiche, ma ben piu rigorosamente e fecondamente si incarna in istituti, in organismi operanti. La creazione di una cultura socialista è legata all'elaborazione di un « pensiero socialista >>cioè di un fondamento teorico e dottrinale dell'autonomia del- , l'organizzazione politica, dell'autodecisione e dell'autogoverno di classe. La richiesta gramsciana non è soltanto quella di un « organo )>culturale, ma di un istituto culturale, fondato su un'organizzazione politica .nùova o profondamente rinnovata, che sia una autonoma creazione culturale dal basso. Gramsci critica a fondo le Università popolari (pp. 61-64) proprio in quanto esse sono espressione di una concezione di programmi culturali e di prospettiva politica « riformistici » : cioè di divulgazione di una cultura « borghese)> già fatta in organismi sostanzialmente dilettanteschi e ripetitori, o di una divulgazione apodittica e dogmatica di « nozioni )> di cultura socialista, piuttosto che essere espressione di una ricerca e di una elaborazione originale e creativa. Il carattere subalterno di questi istituti è confermato dalla duplice presenza di una cultura « protetta », priva di slancio di ricerca, di disciplina di indagine collegiale, in una condizione intellettuale inferiore al livello della piu alta cultura borghese, e lontana dalle fonti creative dello spirito e della cultura popolari. .· « A Torino, l'Università popolare è una fiamma fredda. Non è né università; né popolare. I s·uoi dirigenti sono dei dilettanti in fatto di organizzazione di culturi. Ciò_che li fa operare è un blando e scialbo spirito di beneficenza, non un desiderio vivo e fecondo di contribuire all'elevamento spirituale della moltitudine attraverso l'insegnamento ... Non capiscono questi dirigenti che le nozioni', avulse da tutto questo lavorio individuale di Biblioteca Gino Bianco
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