Passato e Presente - anno II - n. 9 - mag.-giu. 1959

Segnalazioni veda il suo amaro giudizio sugli intellettuali italiani nelle pagine di diario, in data 6 agosto 1939, pure riportate nel volume). Riparato a Colcello in Umbria per sfuggire alle rappresaglie fasciste, pur non partecipando alla Resisten-- za egli, come disse poi Parri, « la visse e la sentf con una passione piu forte, piu ansiosa che se avesse potuto parteciparvi>>. E ce lo testimonia efficacemente l'arringa pronunciata al processo contro la banca Carità, qui riportata. Ma lo slancio morale col quale aveva ader.ito alla nuova realtà politica (egli fu tra i fondatori del Partito d'Azione), doveva ben presto mostrarsi vano. La politica dei partiti che già aveva infrenato l'ardore rivoluzionario delle forze partigiane nel C. L. N. (si veda a questo proposito quanto ha scritto Lelio Basso ne Il principe senza scettro), si rivelava ancor piu in sede di Costituente. Invece di un ordinamento giuridico nuovo e in grado di soddisfare alle esigenze che gli uomini della Resistenza avevano insistentemente palesato sui loro fogli clandestini, si cercava il compromesso e si giocava sull'equivoco. Calamandrei fu, con i suoi discorsi appassionati e caustici, la cattiva coscienza della Costituente, l'assertore dell' « ingenua purezza >>di contro alle « abilità >>dei politici. Anche se la nuova Costituzione non l'aveva soddisfatto, e, a dire il vero, non c'erano le cause oggettive perché ciò potesse essere, egli ingaggiò dalle pagine del « Ponte » una nuova battaglia : quella per la attuazione della Carta. A quest'ultimo aspetto del1' attività di Calamandrei dedica un ottimo saggio Leopoldo Piccardi. L'ultima fatica di Calamandrei, il viaggio in Cina, è l'oggetto del saggio di Franco Antonicelli. Alla sensibilità ·dello studioso fiorentino, che i soliti :sapienti governativi definirono per l' oc- ,casione « ingenuo », come già una volta avevano fatto i fascisti, non sfuggi Biblioteca Gino Bianco· l'essenza della nuova realtà cinese: <e Non si è trattato - scrisse -, alla fine, di una dittatura improvvisata con un colpo di mano; ma di una vittoria r militare e palitica, preparata faticosamente da una lunga marcia spirituale ». Completano il volume articoli di Pinzi, Flora (su Calamandrei scrittore), Sacchi, Anna Garofalo (sull'attività di Calamandrei in favore dei diritti della donna), Colacicchi, Baranelli (su Calamandrei artista) e una serie di ine-, diti, fra i quali oltre alla citata arringa al processo con~o la banda Carità, brani del diario, lettere alla sorella e a Pietro Pancrazi che gli fu amico fraterno e infine, opera veramente opportuna, la bibliografia degli scritti, curata da Anita Mondolfo e Mauro Cappelletti. f. m. R. ARoN, L' òppio degli intellettuali, Cappelli, Bologna 1958, pp. 377. L' Aron· è ben noto anche in Italia, sia per le sue opere sociologiche, che per la sua attività di polemista brillante, singolarmente attento ai problemt della politica internazionale contempo- ' ranea. Il libro che segnaliamo, scritto nell'estate 1954, intende rivolge~si non ai comunisti ortodossi (l' Aron ritiene impossibile ed assolutamente infruttuosa qualsiasi discussione con essi), sibbene ai « progressisti>>, cioè a quegli uomini « eh~, privi di pietà per le debolezze delle democrazie, sono disposti a giustificare i piu turpi delitti, purché siano commessi in forza d'una giusta dottrina» (p. 9). A differenza dei comuni- . . . . . ' . su, 1 progress1st1 ammettevano g1a ai tempi di Stalin le atrocità da lui perpetrate, ma le giustificavano richiamandosi a princì pi teorici e postulati, che, secondo loro, dovevano essere accettati e correntemente tradotti in pratica. Questi princìpi e postulati l' Aron vuole ora

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