, Segnalazioni 1257 riques Agnoletti, che nel suo saggio Una vita ha saputo cogliere i tratti ecsenziali · dell'uomo · Calamandrei, che egli « non assomiglia a quelle piante che possono crescere in tutti i climi, sotto tutte le latitudini, è una pianta la cui specie, o una specie affine, si può trovare, geograficamente condizionata nei paesi ad Ovest del Reno e a Sud delle Alpi. Talvolta forse al di là della Manica ». Il carattere e i limiti dell'intellettuale mediterraneo si trovano direi allo stato puro in Calamandrei. La sua cultura ha le sue radici nel Rinascimento e nell'Illuminismo, tenden- .zialmente è un empirico, il suo strumento, del quale ha il culto, è la « logica precisa e pulita », religione e filosofia intese come concezioni totali del mondo, lo trovano diffidente. Questo tipo di intellettuale è, per sua natura, un aristocratico; il culto della ragione, la posizione critiça verso la realtà, non legata ad alcuna predeterminata W eltansc hauun g, ne fanno inevitabilmente un moralista. I suoi limiti sono evidenti, né sfug.. gono all'Enriques Agnoletti, ma entro questi limiti Calamandrei resta figura d'eccezione: umanista sensibil:issimo, scrittore, poeta, pittore, giurista tra i nostri maggiori, uomo. politico tra i, piu lucidi ed appassionati del dopoguerra. La figura del giurista è tratteggiata da Norberto Bobbio il quale ha giustamente messo in evidenza il continuo senso morale che guidò la ricerca scientifica di lui. Allievo del Chiovenda, dal quale ereditò, oltre allo spirito sistematico, il senso della necessità del nesso fra costruzione dommatica e realtà, polemizzò contro il formalismo che sempre piu caratterizzava la dommatica italiana e che finiva per dimenticare il fine stesso della scienza giµridica. Non diverso fu il suo atteggiamento sul problema della giustizia. « Bisogna non confondere -- egli scrive - la giustizia . in· senso· giuridico, che vu9l dire conBibliotecaGino Bi•a·nco formità alle leggi, colla giustizia in senso morale, che dovrebbe essere tesoro comune di tutti gli uomini civili, qualunque sia la professione che essi esercitano· nella vita pratica >>. Mai ·egli ridusse il diritto a fredda tecnica, ma « lo studio del diritto - come dice Bobbio - gli serv1 per affacciarsi sul mondo degli uomini, di cui il diritto è una parte, e per questo non dimenticò mai di vedere il diritto alla luce del mondo che rifletteva ». Basta la lettura dell'Elogio dei giudici. scritto da un avvocato, raccolta di massime, aforismi, ritratti colti dal vero nelle aule dei tribunali per convincersene . Egli non formò alla sua scuola solo dei giuristi, ma la sua scuola fu ad un tempo, come ebbe poi a dire Furno, un'« officina di coscienze ». Tra la fitta schiera dei suoi discepoli ci limitiamo a ricordare: Enriques Agnoletti, Furno, Codignola, Galizia, Predieri, Barile, Cappelletti. Illuminante a questo proposito è lo scritto di Barile Lavorare con lui. Dedicati a Calamandrei politico sono poi gli scritti di Farri, Galante Garrone, Valiani e Piccardi. Oppositore del fascismo fin dal suo sorgere, per impulso morale, prima che politico-sociale, (giova a questo proposito citare le sue parole: « Non sarà mai detto abbastanza che la prima opposizione ·al fascismo, quella che continuò sotterranea ed invincibile per vent'anni e che sboccò alla fine nella Resistenza, mosse da un· impulso prima morale che politico »), Calamandrei collaborò con Sai.. vernini, i Rosselli, Ernesto Rossi al · « Non mollare », difese Salvemini all'Università, lottò finché era possibile. Poi, durante la dittatura, si chiuse in quella che fu poi chiamata ·!"esistenza « allusiva ))' compito oscuro ma non meno difficile di" quello dei fuorusciti. E fu uno dei pochi, veramente troppo poch1, tra i docenti universitari che non si piegarono a1le lusinghe fasciste (si
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