Passato e Presente - anno II - n. 9 - mag.-giu. 1959

1254 Antonio Giolitti mento di sviluppo economico equilibrato, secondo le linee - non del tutto nuove, ma meglio precisate e aggiornate - tracciate nel recente convegno del P.S.I. Non aspetteremo, per passare all'azione, i tre volumi della commissione parlamentare d'inchiesta che M. A. Salvaco invoca per contrapporli a quelli della Confindustria (ma allora essa crede a un parlamento borghese indipendente dai. monopoli?); nemmeno credia.t?o, però, che « la progettazione e articolazione di piani alternativi>> scaturirà spontaneamente dall'azione sindacale. E' vero che in principio era l'azione: tria non pensiamo che ciò significhi prima volere e poi sapere ciò che si vuole. Lotta di classe e lotte delle masse rimangono formule vuote e abusate, e diventano alibi rispetto a un concreto e puntuale impegno politico, se manca una precisa indicazione, continuamente aggiornata, dei fini e dei mezzi e una chiara consapevolezza del rapporto che tra essi si istituisce. Nessun socialista ha mai detto di volere soltanto costruire " lo Stato moderno " con una economia a due settori collaboranti; ma nessun socialista che non sia inibito da complessi d'inferiorità può esitare a porre come attuale nella .. società italiana il fine di una programmazione dello sviluppo economico effettuato dallo Stato con tecniche moderne e il mezzo di un efficiente complesso· di imprese pubblice capace di condizionare il settore privato per la determinazione di un organico piano d'investimenti. E a nessun socialista si vorrà ancora attribuire ~ speriamo - la sciocca illusione che quelle proposte abbiano forza politica semplicemente per una loro .virtu intrinseca e possano valere n:on come oggetto ma come surrogato della lotta di classe e dell'azione delle masse. ANTONIO GIOLITTI Biblioteca Gino Bianco

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