Partecipazioni statali 1247 versamente una sua sparuta rappresentanza solo centrale nei consigli di amministrazione diventa una mistificazione notevole. ·. ~- su questo punto non continuiamo perché ci sembra che anche . di qui, se pur non di qui esclusivamente, discenda il significato non dottrinario né arbitrario del richiamo « consiliare » avanzato in questi ultimi anni da alcuni settori della sinistra. Tale richiamo costituisce oltretutto una integrazi~ne logiça della ipotesi sub 2). Se infatti si presuppone che il sind,acato possa legarsi mani e piedi a un piano concordato fra Stato e Confindustria si avanzano tesi di collaborazione di classe che non credo affatto sfiorino la mente di Lombardi. E) Il punto piu discusso nel dibattito è quello concernente il concetto di economicità; a questo proposito le oscillazioni enunciative sono tali e tante da far perdere il senso dell'orien~amento, ma in compenso servono a portare alla ribalta il Parlamento ·che si era perso di vista .. Scartiamo come troppo generica e vuota la definizione per cui è economica ogni azione che fissi l'optimum dei mezzi rispetto ai fini determinati; infatti bisognerebbe tornare a domandarsi quali devono essere i fini di un piano di sviluppo economico pilotato dallo Stato e di quale sviluppo economico si deve trattare (e perciò anche di che tipo di governo e di che tipo di Stato).- Restano allora da fare altre serie di ipotesi: 1) Se l'economicità è quella sostenuta da Fascetti, cioè quella esclusivamente aziendale di tipo privatistico con tutte le conseguenze del caso, tale criterio non è oggi affatto sufficiente a garantire l'efficienza,_ la produttività e la redditività, in quanto in cima alla scala delle priorità aziendali c'è il principio. aureo che l'azienda pubblica deve funzionare da cuscino ammortizzatore per le convulsioni congiunturali del settore privato. 2) Se per economicità, scartando il criterio privatistico di pura. redditività aziendale, si intende la efficienza e la produttività a breve ed a lungo termine di settore, allora le scelte si biforcano di nuovo: si può procedere al perseguimento della riduzione dei costi (anche con la. tecnica dei costi congiunti suggerita al S~nato da Montagnani) e questo può comportare sia la guerra al settore privato mediante una politica di. prezzi differenziali, oppure la contraria politica « dei prezzi incentivi» per sollecitare gli investimenti privati: in ogni caso, comunque, sono sempre i fantomatici consumatori come « classe omogenea » (il petit réve di Rossi) che entrano nella combinazione come i cavoli a merenda .. Biblioteca Gino Bianco
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