Giuseppe Tamburrano conservare stabile il personale, poiché esso, con la stabilità, giunge a conoscere i procedimenti impiegati nella fabbrica e si abitua ai ritmi di lavoro. In tal modo l'operaio integrato alla fabbrica, garantito nella sicurezza del lavoro, spinto a / ar bene per avanzare nella « carriera » ed ottenere premi, ecc., ha cessato di essere il proletario classico libero di vendere la sua forza lavoro. « La lotta di classe rinchiusa nel ristretto ambito della fabbrica, assume evidentemente un carattere riformista ». Mallet ritiene, inoltre, che si sia avuta una modificazione del rapporto tra capitale costante e capitale variabile a vantaggio del primo, tanto che il costo della mano d'opera, cioè il capitale variabile, tende ad integrarsi nel capitale costante. Ciò rafforza l'integrazione dell'operaio alla fabbrica. Con l'aumento del capitale costante utilizzato dagli operai aumenta poi la possibilità di pressione di costoro sul padrone. Mallet sottolinea anche che, aumentando la tecnicizzazione della produzione, diminuisce l'importanza numerica della mano d'opera. Inoltre la fabbrica si burocratizza e si moltiplicano gli uffici (del piano, delle vendite ecc.). Un certo numero di operai, e precisamente i migliori, entrano in questi uffici, cioè fanno carriera e passano da una categoria sociale ad un'a~tra. Ma anche fuori della fabbrica si nota un « imborghesimento » della classe operaia, poiché molti elementi passano al settore terziario in continuo sviluppo parallelamente allo sviluppo della produzione e del consumo di massa. , In conclusione: « La classe operaia ha effettivamente cessato di vivere completamente a parte. Il suo livello di vita, le sue aspirazioni al com/or~ l'hanno fatta uscire dal ghetto ove era confinata agli inizi dell'industrializzazione». D'accordo in molte analisi con Touraine, Mallet gli rimprovera la visione parlamentaristica della lotta politica del proletariato, in linea con la politica del P .ç.F. il quale, come ha detto Laurent Casanova, è convinto che « il socialismo non è all'ordine del giorno». Mallet invece pensa che nella fabbrica « i rapporti sociali fondamentali non sono cambiati », che pertanto « oggi la lotta rivendicativa sbocca direttamente sui problemi della gestione che non possono essere risolti senza che la classe operaia metta in qµe-- stione la proprietà dei mezzi di produzione». Sul piano sindacale l'obiet4 tivo dei militanti operai rivo~uzionari è la riunificazione e il rinn~vamento sindacale; sul piano politico la conquista dello Stato - che è un potere economico e politico - si realizzerà. principalmente nelle sedi dell'attività produttiva. I sindacalisti Pièrre Le Brun e André Marjonet condividono sostanf · Biblioteca Gino Bianco
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