Potenza militat·e cinese 1229 organizzare una ·permanente riserva di personale, da mobilitare nei momenti di emergenza. Come si vede, i problemi all'ordine del giorno nell'organizzazione -militare cinese sono ancora quelli di un paese, il quale si sente accerchiato da nemici esterni tecnicamente molto progrediti, e che ~on può porsi prospettive di attacco in linea strategica. I compiti a cui le forze armate di Pechino sembrano chiamate, per lungo tempo ancora, non sono quelli di colpire al cuore un nemico al di là del mare, .che si chiami America o Giappone o Australia, per il che sarebbe necessaria una potente marina e aviazione, e quindi un'attrezzatura industriale assolutamente non immaginabile per ora. La marina è vista solo in funzione delle isole costiere e di Formosa, che risulta.rio difficili a raggiungersi anch'esse, col solo ausilio di giunche, sommozzatori, o piccole cannonier~. L'esercito deve essere in grado di assicurare il potere popolare contro insidie provenienti dal piccolo ma agguerrito arsenale stabilito da Ciang Kai Shek a Taipeh, o da sommovimenti interni: l'episodio del Tibet, il quale non ha del resto mai avuto veri e propri contingenti armati, ne è stata di nuovo occasione negli ultimi tempi. Solo rispetto agli altri paesi asiatici, la potenza militare cinese ha ançhe possibili~~ espansive.· Più ancora che un pericolo, essa rappresenta però, se vogliamo, quasi un modello di efficienza e di stretto legame CO!} il proprio popolo, di fronte a situazioni - Birmania, Thailandia, Indonesia, ecc. - in cui generali e truppe vivono tuttora in maniera pressocché « sudamericana ». Ma non si può neppure sottovalutarne il peso rispetto alla strategia generale dei due grandi blocchi internazionali. L'attitudine a fronteggiare un attacco su larghi spazi, non offrendo obiettivi vitali alla- distruzione dal cielo, ne fa un punto di forza in un eventuale scontro armato con gli Stati Uniti e lo schieramento della SEATO. 10. - Il risveglio del « grande moribondo ». La Cina è dunque davvero oggi fra le grandi potenze militari del mondo. Ma non vogliamo chiudere i nostri appunti con un fragore di armi, vogliamo riportare il pensiero .ad una speranza di pace anche per la Cina. Sarà anche un doveroso esame di coscienza per la « civiltà » europea. Prima della guerra di Corea così scriveva Tibor Mende nel1' opera già ricordata: « Se non si· vuole che il comunismo sovietico metta mano sui popoli arretrati e sfavoriti, bisognerà che l'Occidente, Biblioteca Gino Bianco
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