Passato e Presente - anno II - n. 9 - mag.-giu. 1959

1218 Francesco Veneziani si solo i nemici di classe, cioè i latifondisti, ed i nemici della patria, cioè ~ collaborazionisti. Questi governi popolari erano sorti generalmente nelle zone conquistate dai Giapponesi e sgombrate dalle autorità nazionaliste del KMT. Ridottisi gli occupanti alle città, nelle campagne i1 l partito comunista fu sollecito a sostituire alle autorità mancanti i nuovi Consigli, con l'adesione piu o meno spontanea di Ciang KaìrShek. · - Dal punto di vista strettamente militare, le forze comuniste regolari ammontavano a circa 20 divisioni, equipaggiate relativamente bene con armi leggere ed anche mortai (generalmente strappati al nemico), ma con scarsis- .sima artiglieria e mezzi di trasporto. I guerriglieri invece erano organizzati in settori corrispondenti a ciascuna provincia (cheng), sottosettori e borghi. Ogni comandante militare era assistito dal commissario politico. I guerriglieri di un circondario costituivano un reggimento, quando le forze ~ erano importanti; da due a quattro reggimenti costituivano una colonna o divisione. Queste forze facevano perno su basi d'appoggio, in genere in montagna o in zone palustri. Comprendevano rifugi, depositi di materiale, ospedali, piccole officine. La loro sicurezza, piu che sulla v~gilanza delle vedette, si basava sulla cooperazione della popolazione, che sorvegliava le posizioni nemiche ed i punti di passaggio obbligato. I Giapponesi condussero contro i partigiani migliaia di grandi e piccole spedizioni punitive, senza mai riuscire a distruggerli: era loro praticamente impossibile tenere il territorio fuori dalle grandi città e dalle ferrovie e strade delle zone occupate. La mancan~a di armi pesanti e di munizioni impediva a sua volta ai partigiani di attaccare i luoghi fortificati. Oltre alle divisioni regolari ed ai reparti partigiani, l'armata rossa organtzzava anche la milizia popolare, i reparti di autodifesa : armati ancora piu sommariamente dei guerriglieri, i contadini difendevano cos{ dalle requisizioni e dalle incursioni giapponesi le loro case ed i loro campi. A questi « reparti di autodifesa ». era anche affidata la sicurezza dei reparti combattenti-, l'arresto dei traditori e simili. La partecipazione in massa alla guerra della popalazione cinese, poi, consentiva addirittura una singolarissima forma di « guerra sotterranea», mediante la costruzione di una rete di gallerie che _collegavano nascostamente i villaggi vicini. Per interrompere le comunicazioni del nemico ed immobilizzar~ i suoi mezzi motorizzati, i contadini sviluppavano anche estesi campi di mine, o, in mancanza, addirittura scavavano lunghe reti di canali per interrompere vaste zone di terreno. · Il gen. Peng Teh-Luai, comandante del 18° gruppo di armate, diceva: « Noi siamo i pesci e la gente fra cui viviamo è l'acqua in cui nuotiamo» . .Solo con abile sfruttamento dei loro vantaggi principali, numero e spazio, queste forze raggiunsero la loro potenza. I milioni di abitanti alle loro spalle rendevano possibile l'a loro mobilità. Come in Russia o in Jugoslavia, dovunque . i comunisti organizzavano 1~ guerriglia, non mancavano -inoltre in Cina reparti scelti 1i arditi, le « colonne dei votati alla morte )). A questÒ pro"" posìto sarà forse oggi una curiosità ricordare una forma di cooperazione dei · Biblioteca Gino Bianco

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