1128 Luciano Cafagna · riosamente, intanto, la penuria. di mano d'opera e l'allargarsi delle alternative - che lo stesso clima di audacia alimentava - ponevano a questo punto la necessità di mettere fine alla situazione di bassa produttività pro-capite, di disorganizzazione industriale, di elevatezza delle quote di spreco. Costantemente denunciate in passato in termini esortativi e combattute senza esito con inasprimenti di sanzioni e misure coercitive, tali deficienze vennero a questo punto affrontate con un grande e fiducioso piano di ammodernamento tecnologico e con le prime misure di sburocratizzazione del sistema di gestione. Si può pensare che la responsabilità di questa operazione sia stata affidata a Bulganin che sostenne il peso del suo lancio,· per lo meno nel settore manifatturiero (mentre in quello edilizio l~onere fu assunto da Krusciov). L'ultimo dei piani quinquennali (1955-1960) nacque sotto questo segno. . . Il fallimento del piano fu il fallimento di questa prospettiva di rapido ammodernamento e di rapido incremento della produttività della. mano d'opera. Il piano chiedeva assai piu mano d'opera del previsto. Qui si può porre l'inizio della seconda fase del grande processo di riconversione. Dopo appena un ann_o cominciò ad apparire chiaramente che la previsione di rapido incremento della produttività non poteva t~ovare conferma nella realtà : troppo facilmente si era pensato di poter passare, senza modificare in pro~ondità tutta la struttura gestionale della .industrializzazione estensiva, ad una moderna economia di tipo intensivo ·e -ad una situazione effettivamente padroneggiabile da una pianificazione di largo respiro. Queste due condizioni sono quelle alle quali ora aspira l'economia sovietica,· il mi~aggio che domina il nuovo piano settennale, preparato da d.ue anni di interventi chirurgici sulle forme organizzative consolidatesi in decenni di « corsa al piano». Con questa nuova ·strumentazione si è ritenuto ora di poter finalmen~e affronta.re la. prova decisiva che dovrà dimostrare se la validità della economia collettivizzata è ristretta ad un transitorio sforzo, compi1:1tocon mezzi rudi ed eccezionali, per l'accumulazione rapida del capitale in un paese piu o meno arretrato e di larghe disponibilità, o se può andare oltre. Qt1esta, assai piu della solita vistosa elencazione di obiettivi quantitativi, è la vera grande novità del nuovo piano: degli obbiettivi quàntitativi sappiamo già che es~i sono .conseguibili e che sono imponenti anche se la loro realizzazione sarà disordinata e parziale. E sappiamo anche che essi non cam.bierebbero molto nella attuale situazione mondiale, che resterebbe dominata dalle .stesse alternative.. B-iblioteca Gino Bianco
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