" 1074 · Piero Melograni ·Lo scambio di lettere avvenuto nel 1948 tra sovietici e jugoslavi ha poi rivelato un episodio illuminante, accaduto nel maggio 1945, quando a Lubiana Tito dichiarò che la Jugoslavia no11voleva « pagare i conti altrui », né diventare moneta di pagamento, né essere « immischiata in una politica di sfere d'interesse». Mosca interpretò tali frasi come un esplicito attacco alla sua politica. Nel corso di un colloquio avuto in quei giorni con l'ambasciatore sovietico a Belgrado, Kardelj cercò viceversa ·di dimostrare che l'interpretazione data a Mosca « probabilmente poggiava su alcu~e frasi non formulate con perfetta chiarezza >> 1 , tentando insomma di ridurre l'incidente ad un malinteso. Non cos1Stalin, " il quale diede immediatamente istruzioni al suo ambasciatore, perché · face~se pervenire al governo di Belgrado la seguente nota: « Noi riteniamo gesto inimichevole contro l'Unione Sovietica il discorso del compagno Tito e insoddisfacenti i chiarimenti del compagno Kardelj [...J Dite al compagno Tito che se egli commetterà ancora una volta un simile gesto contro l'Unione Sovietica, noi saremo costretti a rispondergli con la critica sulla stampa e a sconfessarlo >> 2 • · · Stalin pertanto minacciò di sconfessare Tito già tre anni prima che fosse pubblicata la risoluzione del Cominform, ed alla base di quella minaccia si trovarono gli stessi .motivi che, come sopra abbiamo detto, costituiscono ancora oggi l'essenza del permanente contrasto russo-jugoslavo, cioè la volontà di autonomia di Belgrado, il rifiuto d' « essere immischiata in una politica di sfere di interesse ». 5. - La rottura tra l'URSS e la Jugoslavia nel 1948 non si verificò dunque casualmente; fu invece il risultato di un processo avviatosi a. maturazione fin dagli anni della Resistenza. I pochi elementi sopra · indicati possono forse servire a segnalare l'esistenza all'interno di quel processo di una unitaria linea di svolgimento, çhe conferma la nostra tesi: ciò che maggiormente preoccupava Stalin era l'autonomia di Belgrado, e le parti più vitali della risoluzione del 1948 furono appunto quelle che rispecchiarono tale preoccupazione. Ma a questo punto ripeteremo come ci paia che neppure le parti definite « piu vitali >> abbiano resistito agli avvenimenti succedutisi alla morte di Stalin, anche se esse non diedero origine a ritrattazioni esplicite. Riconoscere infatti la validità dell'esperienza jugoslava significò 1 Sono parole della premessa all'edizione curata a Belgrado delle "Lettere del C.C. del PC/, ecc., ci.t., p. 27. 2 Ibid. pag. 77, Lettera del e.e. del PeUS, in data 4 maggio . • . . Biblìoteéa Gino Bianco·
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