·1058 Leo Paladini Il rapporto numerico tra .apparecchi televisivi, apparecchi radiofonici e copie di giornali quotidiani venduti non è molto probante, appunto perché la zona di diffusione si restringe notevolmente passando dalla stampa (che arriva dovunque), alla radio, presente nelle città e forse in ·un terzo dei vil-- laggi (i kolkhos collegati con la rete dell'energia elettrica sono il 30 per cento circa), ed infine alla televisione. Ad ogni modo si tratta, secondo i dati della fine del 1956, delle cifre seguenti: i. quotidiani hanno una tiratura media di 21 milioni e 475 mila copie al giorno, la radio ha 7 milioni e 380 mila abbonati forniti di apparecchio proprio, oltre a 22 milioni e 200 mila utenti di amplificatori domestici. Questi ultimi, diffusissimi nelle città, sono dei piccoli altoparlanti situati riei diversi alloggi, e collegati con l'apparecchio radiofonico situato nell'abitazione del capo-fabbricato o dell'amministratore dell'edificio. Rispetto alla massa dei cittadini che acquista un giornale quotidiano o ascolta i programmi della radio, il pubblico· televisivo è .flunque assai piu ristretto, anche perché è scarso in complesso l'uso collettivo della tdevisione: non vi sono apparecchi negli esercizi pubblici, ed anche nelle sedi di partito o nelle case di cultura i frequentatori appaiono molto• piu spesso immersi nèlla lettura di un libro o di un giornale anziché seduti davanti al televisore. La netta prevalenza dell'uso privato e familiare della· TV è confermata anche dal ti})Odegli apparecchi piu comunemente messi in vendita: il piu diffuso è infatti il televisore con schermo di 9 pollici, per quanto esistano anche un modello coq schermo di I 7 pollici, ed altri intermedi ( 14 pollici). Il direttore d~l reparto vendite dello Z.U.M., il grande magazzino che sorge accanto al teatro Bolsciòi, mi dichiarò che i quattro quinti dei televisori venduti erano del tipo detto familiare, cioè con schermo a 9 pollici. Non è neppure da trascurare il fatto che l'adozione di questi schermi « formato cartolina » ha permesso di ridurre notevolmente il prezzo degli apparecchi, anche se non può non sorprendere che nelle vetrine del grande magazzino sulla piazza Rossa si vedano fianco a fianco dei piccoli televisori a 900 rubli e delle scarpe da donna che ne costano 600. Ma poiché nell'economia sovietica i prezzi stabiliscono anche il grado di incentivo che le autorità intendono attribuire al consumo delle varie merci, non farà molta meraviglia che due televisori siano valutati come tre paia_ di scarpe all'ultima moda. In definitiva, quello che qui interessa è sottolineare che gli abitanti · delle zone servite dalla TV possono avvalersi senza forte spesa - anche il canone di: abbonamento è un po' inferiore a quello italiano - di uno stru1 mento tecnico la cui importanza finisce con l'essere maggiore che in Italia, a causa della scarsezza di altri svaghi, della durezza del clima e vià dicendo. Quanto ai programmi televisivi sovietici, essi non si discostano dai criteri adottati per gli altri mezzi di comunicazione di .massa: anche la TV non può che rispecchiare una società austera, povera e modesta nelle aspira- · zioni come la società sovietica di oggi. Tuttavia l'abito grigio perennemente indossato dai giornali è ravvivato, sugli schermi televisivi, dalla parte dedicata agli spettacoli te~trali; si sa con quale estrema cura si usino mettere in Biblioteca Gino Biànco
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