Passato e Presente - anno II - n. 8 - mar.-apr. 1959

J Alberto' Caracciolo vare, anche per il piu severo programma ·per le scuole, dalle esperie·nze del film e teatro storico o da spettacoli del tipo « suoni· e luce ))' per una realizzazione davvero efficace. Problemi tecnici di questo generè si pongono per oggetti che riguardano quasi tutte le età della storia. Il sussidio della testimonianza fotografica e di quella cinematografica può infatti ·valere solo per gli anni piu vicini. Anèhe di questo vogliamo però accennare, perché non si farebbe certo opera di modernità né di efficace educazione sociale se si pretendesse di espungere la storia piu recente « perché non è piu storia>> - come qualche volta si dice - o per paura di doversi «compromettere>> con una d~terminata interpretazione. Sarebbe triste, oltre che diseducativo, veder passare davanti al video molte volte Cicerone, Carlo Magno e Innocenzo Ili, o tutt'al piu Na- · poleone, e poi lasciar fermare nelle maglie della « prudenza >>politica Gari~ baldi, Matteotti o Mussolini. Il pubblico p·uÒ fare parecchio in questo settore, impedendo grossolane deformazioni, come in parte riuscf difatti per la trasmissione di «Cinquant'anni>>. E in un campo a noi cosf vicino non ci sarebbe timore di stancare anche se si moltiplicassero le trasmissioni su singoli avvenimenti, situazioni sociali, fenomeni di .cultura, né occorrerebbero accorgimenti complessi dati i ricchi archivi cinematografici e fotografici. Recenti esperimenti filmistici, come il cortometraggio su Matteotti, sembrano darci ragione quanto a realizzabilità e successo in questo senso. Si dirà: queste proposte possono anche esser belle, ma sono sproporzionate all'attuale situazione tecnico-ambientale della RAI-TV e alle abitudini . , stesse di molti tra gli esperti scientifici di cui si chiede l'apporto. Finché questa obiezione significhi cautela contro le. imp·rovvisazioni, contro i programmi troppo grossi, contro tentativi di utilizzazione propagandistica, siamo d'accordo. Non possiamo però neppure chiuder gli occhi dinanzi a nuove tendenze nel gusto del pubblico, nella tecnica dello spettacolo, nella didattica, per il solo fatto che le leve delle trasmissioni di massa sono· detenute d~ gruppi ristretti e difficilmente controllabili. Qui entra in campo la funzione critica e attiva del pubblico. A questo pubblico di cittadini o di scolari, quando sia riunito e portato alla riflessione e all'iniziativa e riesca a farsi sentire nei club televisivi o attraverso la stampa, èi sia consentito di dare credito come forza sollecitatrice delle soluzioni culturalmente e qualitativamente piu valide. ALBERTO CARACCIOLO • I Biblioteca Gino Bianco

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