Passato e Presente - anno II - n. 8 - mar.-apr. 1959

1054 Alberto Caracciolo _, inclinazione attraverso le domande per « Lascia o raddoppia » ricevute dalla Televisione negli anni scorsi, confrontando il numero di quelle che riguardano la storia con quelle di altre discipline, soprattutto scientifiche (il primato di sport, cinema, arti e letteratura è fuor~ discussione). Anche la fortuna dei fascicoli di « Selezione >>scientifica, che si ebbe dopo la guerra soprattutto per influenza americana, sembra di nuovo un po' oscurata negli ultimi tempi dal lancio di pubblicazioni illustrate di divulgazione storica. Siamo lontani dal lodare simili preferenze storico-aneddotiche che tendono a dominare nella cultura di massa. Esse sono in fondo una forma di compromesso tra desiderio di conoscenza del reale e abitudine a valori umanistici tradizionali, a retorica della storia patria. Non di rado significano, anziché acquisizione di piu esatti rapporti col movimento della società, semplicemente rifugio nel proprio circoscritto ambito di oggi e di ieri, estraneazione dai grandi problemi del mondo e del progresso. Tuttavia dobbiamo partire da questo dato per considerare il possibile sviluppo di buoni programmi di interesse storico alla televisione, le resistenze che questi incontrano, ed anche le responsabilità che comportano. · L'efficacia del mezzo visivo mobile sarà chiara a chiunque abbia s~guito le reazioni suscitate nello spettatore dalla trasmissione cc Cinquant'anni>>. Persone che certi episodi della guerra, delle distruzioni, della resistenza, avevano direttamente sofferto, mostravano di risentire dinanzi all'apparecchio un'emozione che nessun libro o discorso avrebbe potuto generare. E d'altra parte giovani e ragazzi avvertivano come una rivelazione, come un dato per la prima volta <e vero )), che Mussolini fosse proprio <e tanto tronfiò e ridicolo», che Inghilterra e Germania fossero cosi devastate dalla guerra, che i sovrani osservassero ancora certi complicati cerimoniali, e via via tante altre cose importanti e meno importanti. Da qualche nota di costume lo stesso ragazzo che in passato aveva ripetuto mnemonicamente certe nozioni sui libri assimilando assai poco, riusciva a formarsi una propria opinione, per quanto rapido si svolga l'excursus televisivo, del significato di fenomeni e perso- . nagg1. , Esiste dunque non solo un problema di spettacolo o di cultura di massa, ma di i·nsegnamento della storia ai giovani attraverso· la televisione. E proprio una cosi inaspettata esperienza fa piu evidente il ritardo e il tradizionalismo in cui questo insegnamento si svolge in Italia. Mezzi tecnici di prim'ordine . sono sconoscilllti nel,Ia maggior parte dei casi, o vengono introdotti in modo lento e circoscritto. In nessuna scuola -secondaria si fa uso di diapositive o di films, né si accompagnano i ragazzi a vedere o criticare una pellicola, tutte le volte che essa. servirebbe a illustrare una lezione di storia. All'univer1 sità, analoghi mezzi - diapositive, registrazioni, documentari scientifici - si adoperano saltuariamente in alcune discipline per la buona volontà di qualche docente, ma sono pressocché sconosciuti negli studi storici. Il professore da noi quasi sempre, per il modo della propria formazione ma anche per mancanza di attrezzature, di disponibilità finanziarie, di sollecitazioni da Biblioteca Gino Bianc·o·

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