Gianni Rocca italiani volsero finalmente gli occhi alle fabbriche. Era il periodo dei gravi cedimenti operai nei complessi monopolistici. Si scopri l'operaio automatizzato nei movimenti, l'operai avvilito nella sua personalità, si cercò disperatamente di dar corpo letterario ad una materia che Gramsci pur nel chiuso di un carcere aveva già saputo esaurientemente sviscerare. • Ma ci sarebl?ero stati allora altri modi di « darsi alla tecnica))' di avvicinare i termini di cultura e progresso tecnico! Ed era proprio la televisione che dall'apporto qualitativo che avrebbe avuto dalla élite del Paese poteva sbocciare in un modo piuttosto che in un altro. Purtroppo essa venne sottovalutata, considerata come un appendice, e deteriore per -giunta, del cinema. Oggi che uno spettacolo televisivo raccoglie intorno a sé circa dieci milioni di italiani, finalmente nascono i dibattiti. Gli intellettuali anziché essere i determinatori del programma, vengono alla spicciolata immessi nel grande coro creato dai mediocri reggitori televisivi in modo che la loro voce, anche se pura e divers_a,finisce per perdere ogni valore. Si ha cos1 il Mario Soldati alla ricerca di un cibo genuino, un pretesto per presentarci immagini di vera Italia, in una trasmissione che rimane per molti versi la dimostrazione _di che cosa avrebbe potuto essere uno spettacolo teleyisivo se ideato e realizzato sin dall'inizio da forze migliori. Noi non disperiamo comunque. L'aver perso un autobus non vuol dire che si rimarrà inchiodati per sempre allo stesso posto. Vi sono molte vie per giungere alla conquista dell'ente televisivo. La battaglia culturale che si dovrà condurre dovrà avvalersi di tutte _letecniche e di tutte le forze a disposizione del Paese. Nel suo genere il «Mattatore>>, la rubrica voluta a dispetto di tutti da Vittorio Gassman, è un esempio d~gno di meditazione. Ripetiamo, nel modesto campo dello spettacolo di varietà, Gassman è riuscito a travolgere vecchie concezioni e ostacoli che parevano insuperabili. Dovrebbe ogni intellettuale sentire nel proprio campo lo stimolo di portare un contributo ad uno dei piu formidabili veicoli per la diffusione di idee m?derne ed ayanzate. che l'Italia abbia mai avuto. L'Italia ha bisogno s1 di socialismo, ma· (senza per questo cadere nei vecchi errori di riformismo, secondo i quali prima occorre «prepararsi>> poi «agire>>) ha bisogno. anche di sapere, di conoscere, di superare l'ignoranza, il luogo comune, la pigrizia mentale. Quando si pènsi che un teatro come quello di Cecov o di Eduardo è oggi alla portata di dieci milioni di italiani, che hanno dimostrato per esso effettivo e profondG>interesse, non v'è chi non veda quanta strada si possa compiere in quella direzione. Il televisore ha risvegliato nei piu lontani angoli d'Italia ·nuovi desideri, nuove ambizioni. Sono desideri e ambizioni sane al loro inizio. Agli intellettuali, alle energie piu qualificate del Paese, il comp~to di indirizzarli verso la comprensione e interpretazione delle realtà anziché verso la cabina a quiz di Mike Bongiorno. GIANNI RoccA . Bi lip eca Gino Bianco·
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