Passato e Presente - anno II - n. 8 - mar.-apr. 1959

Televisione 1047 altra ragione. « La non libertà e non responsabilità dell'homo f aber e dd1' homo politicus, oggi, si trovano ribadite dall'impotenza dell'homo ludens a inventarsi i suoi gi'ochi ». Infatti, la cultura che si identifica con lo svago e viene prodotta e consumata industrialme~te, sarebbe un momento di illibertà e subordinazione a un meccanismo, e non un momento di libertà come dovrebbe, per definizione, essere. Al prof. Antoni, che gli obietta la possibilità di un migliore o peggiore usq dei mezzi di diffusione (chi sì prostituisce, va biasimato come tale, e chi cii mette buona volontà, impiega a buoni fini il cinema, la radio e la televisione) Chiaromonte ribarte che a parte un giudizio di valore sul semplice concetto cli massa, Antoni non ha risposto al quesito se come fenomeno moderno. e autonomo la massa esista. Chiaromonte, unendosi a Zolla, lo postula, per arrivare a un perentorio «Ite, massa est » della chiesa degli individui. L'analisi della situazione dei singoli hom1.♦nes ludentes è, nei particolari, giusta ed utile; come lo è la riconduzione a una illibertà avvilente che determina in fo~me degenerate e perseguita gli individui anche al di fuori del mondo del lavoro; ma Chiaromonte non attr,ibuisce tali degenerazioni e violenze alle premesse di potere del -sistema che le determina, bensi al « mondo in cui viviamo, la [cui] legge è uguale per tutti, essenzialmente». Il carattere di svago-merce come surrogato della cultura che la « cultura di massa » assume in determinate situazioni capitaliste è per lui dovuto al carattere intrinseco, poniamo, della televisione : come strumento di corpunicazione comf ormista per essenza. e non per accidente, per usare le sue p~ole, dato che deve..di necessità rivolgersi alla « media » del pubblico. Bisogna obiettare che una volta individuato il carattere sistematico, colle su~ interne leggi di necessità, dell'industria culturale occidentale, l'analisi va. spostata alle sue premesse strutturali. L'assenza di preoccupazioni di ricerca o di critica, l'indifferenza per l'informazio~e che le presupponga, l'apologia dello status quo, la necessiltà del çonsumo, la tecnica di persuasione al disotto del livello della coscienza, per convincere a consumare un prodotto di fatto equivalente a quelli dei concorrenti, la cultura identificata con lo svago e quest'ultimo con tutti i prodotti di consumo, sono le sovrastrutture oppressive di un certo tipo di capitalismo, che fonda la sua efficienza e sopravvivenza sul sistema pub- . blicitario e sulla glorificazione di se stesso; dove l'uno è momento necessario· dell'altro. Mentre lo spreco di spese ed energie è indispensabile per la sopravvivenza delle singole imprese, lo stesso spreco nella cornice del sistema provvede a neutralizzare, con la corsa al consumo, i pericoli di una crisi. Sono concetti abbastanza noti. E nel caso particolare del capitalismo ame- . ricano, mentre per quanto r,iguarda la politica internazionale i pericoli di catastrofi o gli appoggi a politiche di destra sono assai evidenti, per quanto riguarda la situazione interna una critica a quel, sistema deve portare un giusto accento sugli aspetti perniciosi del.le sovrastrutture pelle condi_zioni di benessere del capitalismo. In regime di concorrenza commerciale e di dipendenza dalla pubblicità,. la sorte della cultura di massa sarà di preferire . Bibliote,ca Gino Bianco ' ' I

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