Passato e Presente - anno II - n. 8 - mar.-apr. 1959

Al ·di là della· coes,istenza terminano, la polemica contro. il. permanere. di rigidi blocchi, con quei corollari che si chìaman9 ricerca del colloquio e .delio. scambio a tutti i livelli, rivendicazione del disarmo e di zone neutralizzate, rottura di patti militari è fatta propria in vari altri paesi da forze signipcative. Mentre incontra serie difficoltà negli Stati Uniti, dove voci come quella rjcordata d~l Mills sono ancora abbastanza isolate, essa per esempio tr~va sostenitori numerosi anche fra i governanti di paesi legati alla leadership americana, dai conservatori inglesi ad esponenti scandinavi, e sembra divenuto motivo dominante della piu dinamica sinistra non comunista d'Inghilterra, Germania, Francia. Nel blocco orientale si è avvertita una seria battuta d'arresto alle aperture teorico-pr~tiche seguìte al XX congresso sovietico, ma elementi ~ignificativi sopravvivono oggi nella Polonia, che non ha abbandonato. il Piano Rapacki per una zona di disimpegno, mentre è da apprezzare l'insistenza di talune dichiarazioni piu possibiliste di Krusciov. U~a 11otevolec. onsapevolezza su questo terreno, per la diretta esperienza .di soggezione all'imperialismo da cui appena stanno uscendo e per l'ambizione. di conquistare una personalità libera da interessate protezioni e modelli, è inoltre present~ nei paesi ex coloniali, che si sogliono chiamare ~el gruppo· di Bandung: i quali attraversano anch'essi quasi tutti, proprio in questi mesi, fasi assai delicate di assestamento interno e di collocazione internazionale, ma nei quali l'idea dell'indipendenza dai blocchi ed anzi di un apporto all'avvicinamento fra i blocchi stessi, sembra essersi radicata in un largo spazio politico che va da esponenti del nazionalismo borghese fino a settori di comunismo ortodosso o trotskijsta. La rassegna delle forze oggi dichiaratamente ostili alla divisione in atto#~el mondo, per quanto po~sa essere estesa ad altri gruppi politici o intellettuali, non ha però grand~ importanza per il nostro discorso. È infatti evidente che le soluzioni decisive vengono determinate da alcuni· paesi di punta, che hanno proprio essi la leadership dei due blocchi, e la cui p~eponderanza economica, tecnologica, strategica enorme anziché attenuarsi tende naturalmente ad aumentare ancora. Se una valutazione delle prospettive di distensione e di riunificazione della scena internazionale .dovesse.f~ndarsi sul conteggio delle forze politiche dichiaratamente « neutral~ste » sarebbe assolùtamente giusto dire· che è utopistica, e che • 1 una scelta diversa dal parteggiare per uno dei due blocchi è priva di significato. La vicend~ mondiale si decide infatti nelle aree ·di.piu avanzato _svilupp~ tecnico-industriale, o sia pure nel migliore rapporto stabilità in que~te aree con i settori p~rifer~ci sottosviluppati. Biblioteca Gino Bianco

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