1034 Renato Solmt rapidamente il significato e la portata di quel fenomeno che passa sotto il nome di cultura di massa, ·almeno come si configura nel mondo occidentale e piu particolarmente da noi. La critica della cultura di massa è diretta, da un lato, contro la sua qualità o il suo livello, dall'altro contro i contenuti che essa media. I due aspetti vanno tenuti naturalmente distinti, ma non nel modo adialettico in cui ciò viene fatto di solito. Poiché né un miglioramento generale della qualità (di cui è difficile intravvedere le condizioni), né una sostituzione o introduzione di contenuti particolari, modifiche~ebbero sostanzialmente la sua struttura attuale. Tutte le critiche e proposte in questo senso si muovono nell'ambito di questa stessa cultura di massa, e finiscono, in un modo o nell'altro, per venire a compromesso con essa. Prima di scendere sul terreno di questo riformismo, che può essere necessario su un piano pratico e immediato, è quindi bene procedere a una definizione, non ~distorta da preoccupazioni pratiche, del suo significato e della sua funzione storica. Tanto piu che lo stesso riformismo, per essere in qualche modo efficace, dovrebbe riguardare non solo e non tanto i. contenuti, quanto le forme stesse della cultura di massa. - La cultura di massa si presenta, a prima vista, come un insieme di mezzi e di tecniche, che hanno portato a un'universalizzazione della cultura, sia pure a prezzo della sua fu.sione o confusione con lo svago, e dell'eliminazione, in pratica, di tutti i suoi fermenti cri_tici e progressivi. Troviamo qui, strettamente congiunti, un elemento formale e un elemento contenutistico. L'universalizzazione della cultura equivale, in pratica, alla sua neutralizzazione. Proprio qui è da cercare il significato della cultura di • massa. La democratizzazione e universalizzazione apparente - nei gusti, nelle occupazioni e negli i~teressi --:- che essa ha prodotto coi suoi mezzi e con le sue tecniche, è, in realtà, il suo vero contenuto. Film, radio e te- , levisione convergono in questa funzione e in questo risultato. Già la riproduzione tecnica, fotografica e sonora, contiene in I sé questo significato democratico: ogni cosa appare, nella riproduzione, _com'essa è nella realtà: vien meno, almeno su questo piano, ogni criterio di selezione, di idçalizzazione ecc. proprio dell'arte non riproduttiva del passato. La televisione porta all'estremo questo principio, in quant~ presenta sul video personaggi reali, ed elimina anche, dalla riproduzione, la cornice intenzionale del1'opera. All'universalità della riproduzione corrisponde l'universalità della comunicazione, la nuova comunità che si crea fra gli ascoltatori di fronte sua funzione di mezzo d'informazione e d'espressione, di strumento culturale? 2) Garantire la libertà al video diventa oggi un fatto di cui i · cittadini non possono disinteressarsi. Pensa che nell'attuale situazione sia da considerarsi positiva l'eventuale creazione di una stazione televisiva indipendente dalla Rai-TV? » Bibliotecà Gino Bianco
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