Passato e Presente - anno II - n. 8 - mar.-apr. 1959

I Armanda Guiducci di.comunicazione:· l'una ottica e immediata, l'altra mediata e simbolica. Solo, per l'immenso prestigio attuale del sistema linguistico, i cui simboli sono stati selezionati da una millenaria esperienza storica di situazioni e di eventi, viene naturale polarizzare la differenza fra i due tipi di comunicazione in una deficienza di operazioni intellettuali nel primo caso (affidato tutto alla ricezione di un dato sensibile); e in una supremazia intellettuale nell'altro, della comunicazione consegnata alla scrittura. A causa del processo molto complesso che occorre per far assurgere il segno (il simbolo grafico) al grado di elemento di comprensione e di rappresentazione e per arrivare a ricostituire quel moto di coscienza emotivo e razionale che l'autore ha consegnato allo scritto, la lettura imp1 lica indubbiamente una partecipazione intellettuale attiva da parte del lettore. E se pensiamo che parlare è pensare, che nella struttura della proposizione nella lingua greca fu costruito l'immenso edificio della logica formale nel quale ancora abitualmente noi ci muoviamo, la teoreticità della lingua non può non colpire. Dall'apparecchio televisivo, invece, la parola risuona ed echeggia co-- me didascalia. Il dato visivo è assolutamente prevalente. E' il ~ato visivo che informa e che forma, non è piu la parola, vuotata della funziòne teoreticorappresentativa intellettualmente è culturalmente decisiva. L'obiezione piu. sottile è stata avanzata recentemente proprio da un linguista, Antonino Pagliaro, un convinto assertore della teoricità della lingua: « La struttura della mente umana si è costituita e, per dire cosi, attrezzata in correlazione a questo eccezionale strumento, app1 annaggio e privilegio proprio ed esclusivo dell'uomo». E' per questo motivo che si può avanzare con qualche ragione l'ipotesi che la conoscenza raggiungibile con mezzi visivi possa influire sull'orientamento delle facoltà conoscitive: « A seguito di un esercizio che oltrepassi lo spazio di parecchie generazioni può determinare un ambito di vedere e intendere il reale del tutto diverso da quello che si è co.stituito con l'ausilio delle forme simboliche, e soprattutto della lingua». Prevarrà l'immagine come mezzo di comunicazione? Qui il campo si apre alle piu opposte ipotesi. Si può pensare, da un lato, a un abbassarsi della· forza conoscitiva nella media collettiva; ma dall'altro, come in modo assai interessante prospetta il Pagliaro, all'elevarsi viceversa del lingu~ggio dell'immagine ad un carattere formale, data la tendenza della mente umana all'astrazione e al simbolo. « Potrebbe avverarsi -un processo analogo a quello, che si è operato nella scrittura ideologica, ma su una scala assai piu grande in .rapporto alle incalcolabili possibilità del mezzo tecnico. Per questa via la creazione di una lingua universale, che fu il sogno di grandi intelletti, fra cui in primo luogo il Leibnitz, alla fine troverebbe il modo di una completa e grandiosa realizzazione ». . ARMANDA Gu1nucc1 -Biblioteca Gino Bianco·

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