I Armanda Guiducci sonò molto tipiche al riguardo (né a caso, in un primo momento, quelle sulla «bontà.» o no del mezzo televisivo sono state varate sulla scia di quelle). Poco dopo la comparsa del cinematografo, ma soprattutto dall'onda del suo dilagare, era stata portata agli intellettuali una domanda, analoga a quella che oggi vien fatto di sollevare per la televisione. In che senso, il cinema avrebbe influenzato le nuove masse degli spettatori? Si rispose, da parte di teorici del film, di registi, e di studiosi di sociolo-gia o di psicologia, con un pessimismo che culminava in una preoccupazione tutta psicologica. Per la .sua natura visiva, per la immediatezza ottica di cui si giova, il cinema inciderebbe sulla psiche dello spettatore negativamente, disponendola e incoraggiondola alla passività, anzi pretèndendola. Questa preoccupa--. " zione si trova riassunta con terribile efficacia nelle parole del regista tedesco Arnheim: « Quando la comunicazione si può raggiungere puntando il dito, le labbra ammutoliscono, la mano che scrive si inceppa e la mente si raggrinza >>. Ancora piu significative, per il conflitto, le vertenze sulla possibile ' utilizzazione pedagogica del film nell'ambito educativo. Quando le discussioni sono state condotte con qualche serietà, hanno finito per urtare contro il medesimo scoglio. Proprio quando lo si vedeva solo nel suo angolo di incidenza seriamente educativo .il cinema, che con l'immensa possibilità dei suoi mezzi tecnici sembrerebbe promettere un concorso tanto vivace, è cozzato invece contro gli assunti piu maturi della pedagogia moderna, contro il principio stessò, fondamentale, ·dell'educazione ·attiva e, deflettendo da· tutte le promesse, si è svuotato, royesciato in un fenomeno negativo. Ma non è significativo che il confronto sia sempre stato fatto con la tra:. dizione secolare della conoscenza, che si basa su un sistema del sapere tutto organizzato in forme simboliche, cioè in parole, scritte e lette? E' logico che il cinema, non rientrando assolutamente in questo sistema, sia sembrato rimbalzarvi contro negativamente. Proprio questo mostra, per contrasto, la po~itiva esistenza d~ un conflitto, che si rivela come incompatibilità, antagonismo. . Un altro indice che un conflitto è in atto è dato dalle oscillazioni del campo di indagine preventivato dalla sociologia della letteratura. La ricerca, intesa ad accettare scientificamente, con mezzi sociologici, la collocazi~ne sociale dei generi letterari - dati di produzione, di distribuzione, di consumo - ha dovuto in questi ultimi anni modificare in non pochi punti il proprio piano di lavoro, rendendo~o piu ampio ed elastico, proprio per la pressione dei nuovi dati TV, che hanno spostato molti parametri del fenomeno del consumo letterario. Tanto l'abito della lettura è risultato modificato nel corso dell'ultima génerazione dalle nuove tecniche visive di c~municazione: cinema e televisione. Sempre c;li piu, opere che sarebbero rimaste prigioniere del circuito letterario, evadono_ da questo e si appoggiano al cinema e alla televisione (soltanto una vasta inchiesta condotta con seri intenti scientifici permetterebbe naturalmente di sapere in quale misùra il cinema o la televisione inducono a leggere o, al contrario, fanno evitare di leggere). Bibl"oteca Gino Bianco-.
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