Passato e Presente - anno II - n. 8 - mar.-apr. 1959

Resistenza e nuova classe dirigente 1023 metodi che Krusciov ha denunciato nel 1956, ma che erano visibili, ad. occhio nudo, molto prima. Non capisco perciò il senso del rimprovero che Pavone mi muove circa la preminenza che io darei alla « continuità giuridica» sulla « novità dei -fatti ». Dopo il governo Parri, l'antifascismo di fatti nuovi ha potuto registrare, al suo .attivo, soltanto la proclamazione della Repubblica e il voto della Costituzione repubblicana. Non è poco, e non sarà certo un superstite del partito d'azione a sminuirne l'importanza storica e politica. Repubblica e Costituzione rientrano però, intieramente, in quella rottura della « continuità giuridica » che non noi soli, ma certo noi con particolare insistenza reclamavamo. Tra gli altri fatti nuovi del 1946-47 figurano - a parte l'inserzione del Concordato nella Costituzione, che è nella memoria di tutti - la revoca delle misure di epurazione dei fascisti dai gangli vitali dell'apparato dello Stato, il licenziamento dei prefetti e questori usciti dalla Resistenza, l'annullamento di tutti i provvedimenti politici e sociali del C.L.N.A.I. (per non parlare della sua legislaziòne giudiziaria, cancellata in modo tale che oggi sono i partigiani ad aver bisogno dell'amnistia), la rinuncia a colpire effettivamente i profitti di regime e di guerra, la restituzione di tutti gli organi di informazione del pubblico a coloro che li avevano gestiti sotto il fascismo, e insomma la liquidazione frettolosa çi tutte le conquiste specifiche dell'insurrezione del 25 aprile, e financo dell'operato antifascista del governo Bonomi, e, dell'ultimo governo Badoglio, che pure non potevano essere accusati di estremismo. ~ Siffatta liquidazione fu attuata in nome della « continuità giuridica » dello Stato, che naturalmente non significa una teoria di filosofi del diritto, ma un sistema di leggi, regolamenti, Codici penali e civili, disposizioni e reclutamenti amministrativi, e dietro ad esso una schièra di magistrati, burocrati, forze armate, forze d'ordine, e via dice~do. Anche i fatti nuovi di questi ultimi mesi, i sequestri di giornali, i casi ~i Bellandi, di Dolci, il trattamento degli operai della Galileo di Firenze, l'inclusione dei « missini >>" nella maggioranza parlamentare, sono stati resi possibili dalla « continuità giuri1ica » che ci lega agli atti legalmente non decaduti e sovente esplicitamente riconsacrati (come nell'articolo 7 della Costituzione) che lo Stato fascista ha· lasciato in eredità. Quelle disposizioni, quei Codici, quelle leggi di pubblica sicurezza, quei poteri discrezionali delle autorità e quelle direttive per il loro uso, sono ancora in vigore. Non è piu in vigore invece, per.ché eliminata dalla riaffermazione della « continuità giuridica», la legislazione straordinaria antifascista, che aveva reso inel~ggibili alcuni degli odierni deputati «-missini ». La delusione che Pavone rintraccia negli uomini del partito d'azione è • ·•tutta qui come si può verificare nelle 14 apnate della rivista « Il Ponte». Chi degli « azionisti » ha voluto però continuare a dedicarsi alla vita politica quotidiana, ha potuto farlo, con successo, nelle file del partito socialista o del partito repubblicano~ o anche altrove. Biblioteca Gino Bianco ( •

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