Passato e Presente - anno II - n. 8 - mar.-apr. 1959

Al di là della coesistenza facile jntendere però quali pericoli di guetra ciò implicitamente comporti, poiché a questa si sarebbe portati prima o poi in modo irresistibile dalla logica stessa della ricerca di posizioni di forza, dell'incremento delle armi distruttive, da una tecnica militare che rende possibile una conflagrazione in seguito al semplice errore materiale di un soldato. Sicché non è pensabile, ha osservato il Whright Mills nel suo recente scritto 1 , una autentica strategia della pace, senza che nelle grandi scelte .politiche « ai termini militari e scientifico-militari oggi predo-· minanti si sostituiscano termini economici e culturali >>. Di piu, i gruppi che sono alla testa dei due blocchi contrapposti, dominati da un ristretto « realismo a breve scadenza » e dall'immagine di un mondo congelato nell'attuale spaccatura~ finiscon<?proprio essi per non elaborare soluzioni realistiche, cioè ragionevolmente prevedibili e soddisfacenti, ai proble~i di fondo : essi « affogano nei particolari delle decisioni immediate e in apparenza pressanti, alle quali sentono l'obbligo di reagire. Nessuno di loro sa quel che occorre fare, dopo : aspettano che un altr~ faccia la mossa » 2 • Dal che consegue una serie di azioni e controazioni immediate, ma una carenza di indirizzi e programmi di piu globale portata . • 2. ~ Quali presupposti vengono portati a sostegno di una visione dei rapporti internazionali, che giudica inevitabile per un periodo di tempo assai lungo la esistenza di blocchi contrapposti? In termini ideologico-politici essi consistono nella convinzione, altrettanto radicata in ciascuna delle due parti, di una superiorità del proprio sistema, ed anzi della impossibilità persino di una mediazione fra un sistema che si proclailla costruito sulla proprietà individuale (e la libertà), ed uno che si van!a fondato sulla proprietà collettiva (e il socialismo). Nel paese-guida del blocco occidentale - gli Stati Uniti d'America - tale concezione viene çoltivata, dalle élites dominanti, essenzialmente a difesa di un sistema di appropriazione della ricchezza (e, con ·es~o, di un « modo di vita ») che in ogni mutamento scorge un pericolo alla sua stessa sopravvivenza. Ma essa trova alimento anche nel gruppo dirigente sovietico ed in molti partiti che parimenti sogliono richiamarsi a una interpreta- _zionemarxista del processo storico, quando questi esaltano il sistema capeggiato dall'URSS e dalla Cina senza rilevarne le interne contraddizioni, e respingono in modo pressoché globale le esperienze sociali e • 1 C. WHRIGT MILLS, Le cause della terza guerra mondiale," Feltrinelli, Milano 1959, p. 118. . 2 WHRIGT MILLS, op~ cit., p. 106. Bibl"oteca Gino Bianc0

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