• • 1016 Zoltan· Szab6 seguito ad una recente risol~zione det partito, mediante una dose settimanale di due o tre articoli, studi, polemiche, attacchi - vuole rispondere a tale esigenza popolare. Questo movimento letterario, che ha elaborato anc~e propri princìpi e programmi, è nato all'inizio degli anni '30. Il padrino che l'ha battezzato era un poeta, che personalmente non parlava mai a nome del popolo o nell'interesse del popolo, Mihàly Babits, il piu grande poeta umanista ungherese del secolo, il traduttore di Dante. Toccò dunque allo « storico dello spirito» cattolico ungherese annunciare, sul tono della speranza, l'apparire. di una concezione d_ellanazionalità totalmente nuova, popolare e proletaria senz'essere marxista. Fu ancora lui ad accorgersi che il populismo rivoluzionario degli scrittori continuava direttàmente la musica rivoluzionaria di Bart6le e di Kodaly, a cui lo apparentava ancora un'altra cosa: che era dive-- nuto europeo affondando fino alle radici più profonde dell'anima popolare. Molto piu · tardi, il filosofo comunista J ozsef Révai, che diventò poi un · dirigente dell'apparato staliniano del partito, diede una singolare analisi della letteratura populista e del movimento d'inchiesta rurale che vi era connesso. Leggendo oggi le sue tesi, si ha l'impressione che nel 1938. cercasse nell'opera degli scrittori populisti gli inizi della formazione di una ideologia capace di allen~are il peso del dogmatismo nel pensiero marxista ortodosso. Lo stesso Révai riconobbe che i marxisti dovevano rivedere le loro sommarie nozioni di classe sui contadini, fondandosi sui risultati del movimento « sociografico >>ungherese, conosciuto col nome di « inchiesta rurale )). Questa critica ammetteva implicitamente che gli « indagatori rurali >>erano riusciti a dare, della stratificazione delle classi conseguente al1'evoluzione sociale troncata dell'Europa orientale, un'immagine piu autentica di quella dei marxisti, che cercavano ad ogni costo d'inquadrare· sulla realtà ungherese le categorie di uno schema preordinato. Gli anni sul '30 videro l'età dell'oro del populismo rivoluzionario. Questo lavoro di scoperta e éli rivelazi<?ne della realtà sociale ungherese, di ricerca delle riformd adatte alle circostanze locali, si serviva di tutti gli strumenti di formazione dell'opinione pubblica, di tutti i mezzi di propaganda. Mettendo in luce i dati sconosciuti della realtà ungherese, sconvolgeva per un certo temp<?gli abituali schieramenti di « sinistra >>e di « destra >>.Si può stimare ad una cinquantina il numero dei libri che cercarono di definire con i metodi empirici del movimento, fra il 1936 ed il 1943, una via ungherese, una « terza via>>, che fosse altrettanto radicale di qudla dei marxisti, ma che non potesse condurre al totalitarismo. Fra queste opere c'erano romanzi, cicli 1 di poemi, opere di sociologia presentate in forma letteraria, studi statistici e sanitari, articoli di giornale, diari di viaggio sociologico, memorie, una serie di ritratti sul lavoro d~i contadini, un'analisi delle forme di habitat in Ungheria, e via dicendo. La popolarità di quei libri, che si limitav-ano piu o meno a comunicare Biblioteca Gino Bianc0
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==