• I Populismo ungherese 1015 contrariamente agli altri partiti, compreso quello comunista, che si contentarono di cambiamenti di persone, affidando i posti direttivi alle vittime dello stalinismo di Rakosi, organizzò una direzione del tutto nuova. Al dr sopra di un segretario generale, con funzioni puramente amministratwe, pose, invece del Presidente, un consiglio elettivo di 11 membri. Nessùno di costoro era ·un uomo politico, per cosi dire, professionale, ma la loro lista presentava , il carattere di una antologia letteraria, poiché schierava i nomi dei migliori scrittori dell'Ungheria contemporanea: quelli che si era abituati a chiamare, dagli anni attorno al '30, come « scrittori populisti». Per quanto io ne sappia, è il primo esempio nella storia di una associazione, che raggruppa i capo-fila d'un movimento letterario, che prende la direzione di un partito politico. Ma se il caso è senza precedenti nella storia, ne ho visto di simili nella rivoluzione ungherese; per esempio, quando un distac- ·camento della polizia politica manifestò la sua intenzione di deporre le armi nel cortile· della sede dell'Associazione degli serittori. Per apprezzare il carattere ed il ruolo del populismo ungherese, bisogna anzitutto vedere come la vocazione letteraria e la carriera politica abbiano potuto fondersi o diventare intercambiabili. Le cause di questa situazione dipendono in parte da circostanze radicate nelle tradizioni letterarie specifiche dell'Ungheria, sulle quali non mi soffermerò. Ma d'altra parte l'assenza di una compiuta indipendenza nazionale in Ungheria e lo sviluppo sociale monco che ne è risultato portarono ad una situazione ·in• · cui l'uomo ~litico era ridotto, nell'esercizio della sua arte, a possibilità ancora piu magre che nelle altre attività. Cosf l'espressione della volontà nazionale, senza riguardo aglii interessi immediati del momento, cioè in forma pura, è spettata agli scrittori. Ecco ciò che ha dato alla maggiore e migliore parte della letteratura ungherese una tale coscienza delle sue responsabilità, un cosf grande senso nazionale, benché questo termine non debba essere inteso come sinoniplo di nazionalista o chauvinista. Ben inteso, il fatto che la massa degli scrittori abbia cercato di orientare la propria opera nella d~rezione della collettività piuttosto che dell'uomo non è dovuta solo alle decisioni personali degli interessati. Era il lettore, e piu parti- .colarmente il lettore contadino, che aspettava da loro questa capacità. Ricordo un'inchiesta sociologica (o se si preferisce « sociografica ») che effettuai nel 1935, circa il gusto di quella categoria di lettori. L'ambiente studiato era quello dei braccianti della Grande ·pianura, l'Alfold, ed il metodo consisteva nel mandar loro dei libri e nel chiedere poi il loro parere. Lo spoglio delle risposte dimostrò che i contadini piu poveri si aspettavano che lo scrittore assumesse ana ·missione nazionale, politica; ci fu addirittura un bracciante che espresse il voto che l'autore di un libro che aveva letto e trovato giusto diventasse rapidamente Presidente del Consiglio. La cosiddetta « lettèratura populista» --: questa tendenza che gli scrittorelli di terz'ordine dal partito di Kadar sr sforzano di ridurre al conformismo in Biblioteca Gino Bianco
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