, La scienza e la luna 1013 comune corrisponde all'orizzonte della scienza classica e il senso non comune all'orizzonte della scienza atomica moderna. Per Oppenheimer, naturalmente, la còsa non è affatto grave. Basta che l'uomo comune viva la sua vita macroscopica senza voler pretendere di capire e interpretare con le stesse regole . quella atomica o subatomica. Hic sunt microleones. La misura del quanto d'azione divide l'umanità in due classi con una diversa logica ed una diversa esperienza, ed il mondo in due parti irriducibili. Ma nulla di male in tutto questo per il Nostro: le due logiche e i due mondi sono complementari. Ben lungi da noi chiedere a questo punto, come continua a fare ad esempio il materialismo dialettico, la supremazia del senso comune, il suo diritto di intervenire nella scienza piu avanzata per regredirla al suo livello, fatto passare come specchio della realtà. Considerando esattissimo, al contrario, il diritto delle scienze di aprire tutti i campi e gli orizzonti che crede, anche estremamente lontani dalla logica con cui la maggior parte degli uomini parla e dalle strade su cui tutti gli uomini camminano, riteniamo che il punto di unità tra pensiero (e senso) comune e pensiero (e senso) non comune non sia il terreno della scienza stessa, elemento specialistico e strumentale della vita sociale nel suo complesso. L'unico luogo possibile di incontro nel nostro tempo è, apupnto, il terreno sociale (e perciò politico) dove può essere finalmente lecito alla massima parte degli uomini di dèterminare le scelte che intende fare e le conseguenze che intende subire in tutti i campi, sviluppo scientifico compreso. L'uomo comune ha diritto di sapere (ed ha il dovere di sapere, per tornare alla citazione di J efferson da cui eravamo partiti) che cosa si decide nei laboratori e nelle basi sperimentali, che cosa costano le_imprese che quivi si meditano e si realizzano, che posto hanno nel complesso della vita e delle risorse del proprio paese e degli altri che ne patiscono l'influenza. Per questo, fino a tanto che tale diritto e tale dovere non potranno essere esercitati, ci sarà tanto difficile salutare la conquista della luna come un bene voluto, sceJto e acquisito d~l genere umano, e saremo costretti a vederne, piuttosto, un elemento prevalentemente evasivo e insieme terrificante per l'uo~o, un nuovo miracol9, o, se si preferisce, un nuovo monstrum. E' il limite in cui la fantascienz~ si rovescia paradossalmente in scienza, e la scienza si disumanizza, ancora una volta, in· fantascienza. L'uomo, incapace di portare a termine il sogno dell'industria (intesa nel senso globale di costruzione della sua realtà), si sta abbandonando all'industria dei sogni. RoBERTo Gu1nucc1 . BibliGteca Gino Bianco
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