Passato e Presente - anno II - n. 8 - mar.-apr. 1959

1010 Roberto Guiducci scienza, inutilmente deprecato· se non si cerca di rimuoverne le cause, ma soprattutto l'andamento anarchico dello sviluppo della scienza stessa, che Oppenheimer ci aveva presentata come estetico inseguimento della bellezza. Oppenheimer stesso, del resto, non può negare la mancata pianificazione della ricerca scientifica in generale, anche se non mostra di preoc~uparsene. La casa della scienza « non è disposta in linea retta, né a quadrato, né a cerchio, né a piramide, ma con meravigliosa irregolarità». « Non ha l'aria di essere stata costruita secondo u.n piano, ma di essere cresciuta come si sviluppa una grande città » (pag. 79-80). Appunto, come si sviluppa una grande città, non senza leggi, ma secondo le ferree leggi della speculazione. Cosicché oggi l'uomo sarà presto in grado di intervenire in « questioni lunari», ma nello stesso tem~ moltissimi rami della scienza saranno ancora a livello bassissimo, tanto che a questo stesso viandante cosmico non sarà consentito di intervenire nelle piu elementari « questioni sociali » del suo paese. La ~ienza non sceglie liberamente le sue strade. « Una grande scoperta appartiene al mondo della bellezza e la nostra fede... è che la conoscenza sia un bene in sé e per sé » (pag. 91) crede ancora Oppenheimer. Cosf lo scienziato si illude della bellezza dell'impresa di lanciare un razzo alle stelle, mentre chi finanzia l'impresa guarda quanto questa avventura gli sia di vantaggio sulla terra e quanto la « conoscenza in sé» torni in « potere per sé». Uguaglianza, dz·suguaglz·anza, scelta. Pur essendo assai lontano da una conoscenza completa, ognuno di noi può conoscere qualche aspetto del mondo e « con un po'_ di fortuna e di fatica, scoprire qualcosa che in precedenza non gli era noto. Questa possibilità, che come condizione universale della vita umana è nuova, rappresenta oggi una grande precisa speranza, non ancora una realtà; ma per noi, in Inghilterra e negli Stati Uniti, non è lontana né del tutto nuova». E' questa secondo l'Oppenheimer, « una delle manifestazioni della nostra fede nell'uguaglianza, quella fede che si potrebbe forse definire meglio come un atto di fiducia nella insopprimibile diversità e irregolarità della distribuzione delle informazioni, della conoscenza, del talento e del potere » (pag. 28). Dunque l'uguaglianza riposa sulla disuguaglianza che è il sale, l'incentivo, lo scatto, il motore della prima. Inutile insistere su quanto vecchio americanismo stia in queste affermazioni: ognuno può trovare e inventare, chi non ha potere può procurarselo. 1 Tutto dipende da un po' di fortuna e un po' di buona volontà. Ciò che ci preoccupa assai piu è che, onestamente, dobbiamo ricono$cere che analoghe osservazioni possono essere sufficientemente descrittive dell'attuale livello della società sovietica. I cittadin~ che hanno ballato nelle piazze dell'URSS all'annu11cio del lancio del Lunik non si rendevano certo conto che, se Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==