1004 Luciano J/aenza I tere di tale economia. Quando gli strumenti di produzione e l'apparato statale sono controllati direttamente dal basso, anche se l'economia continuerà ad essere coordinata dai tecnici e lo Stato amministrato dai funzionari, tale economia non può essere caratterizzata come statale e anche la forma di proprietà ad essa corrispondente non ·può essere carat- . terizzata come· statale. La forma di proprietà è ·sociale, e solo allora la società che su di essa si fonda è socialista. Perché è evidente che se da un· lato una società senza classi è, in prospettiva, una società nella quale tutti sono specialisti; dall'altro lato questa società non ·può in concreto non prendere le mosse da una situazione reale nella quale soltanto una minoranza è specialista. Occorreranno sempre degli ingegneri nel processo produttivo e dei funzionari nell'apparato dello Stato. Ma se esisteranno degli istituti di autogoverno, delle forme di democrazia diretta, se come è stato scritto da Gramsci, nella società sovietica tutti i « partiti sovietici >> potranno liberamente operare, gli ingegneri e i funzionari non potranno elevarsi al di sopra della società e con~ro di essa. Potranno raccomandare e coordinare, ma le funzioni di ordine e di comando, il centro del potere insomma, cadrà al di fuori della loro sfera· di attività. Da questo punto di vista ci sembra di poter affermare che il passaggio dalla proprietà statale alla proprietà soçiale è una autentica rivoluzione sociale e non una semplice rivoluzione politica. All'interno della proprietà privata la forma della proprietà ha subito e va subendo, come abbiamo già rilevato un'evoluzione. Alla forma individuale va sostituendosj spontaneamente la forma anonima. I teorici del capitalismo definiscono questa evoluzione una socializzazione della proprietà. Ma è chiaro che#si tratta di una socializzazione di tipo particolare, di un polverizzarsi della proprietà privata in tanti singoli frantumi di proprietà. Il carattere privatistico rimane conservato. Anche all'i_nternodella proprietà pubblica è pensabile, anche se non ancora sperimentalmente accertabile, una mutazione da una forma all'altra. La proprietà sociale è aitra cosa da quella statale, pur conservando l'una e l'altra lo stesso carattere pubblicistico. Ma come il primo processo si compie silenziosamente alle spalle dei produttori, anche se non potrà a nostro avviso svilupparsi in tutta la sua completezza per l'interazione degli interessi sociali in gioco, il secondo processo non si è ancora iniziato e non possiamo precisare se, quando esso si verificherà, assumerà andamento evolutivo, . . spontat)eo, oppure a scosse e contrasti. Nel primo caso non è messa ancora in gioco l'egemonia di una classe sociale. Nel secondo, è proprio 8jblìoteca Gino Bianco
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