Passato e Presente - anno II - n. 8 - mar.-apr. 1959

1102 Carlo Meana cazione della Conferenza dei ministri degli esteri e il successivo, possibile incontro ai vertici, lasciano prevedere che per la primavera-esta · te 1959 nell'inventario minuzioso della situazione politico-econo!Ilica europea, val la pena di tentare una limitata ricognizione ·nelle vicende interne della Jugoslavia, accennando anche qualche prima riflessione sulle fondamentali. direttrici della sua iniziativa internazionale. Va detto subito che si pll:Òconsiderare giustifi.cata l'affermazione ufficiale di Belgrado che sul fronte interno, tutto sommato, le cose vanno bene. Dieci anni fa proprio la sitt1azione interna appariva, disperata: difficoltà politiche _edifficoltà economiche. ,. Il contrasto con Stalin, il suo appello sedizioso ai militanti comunisti e alle masse, posero improvvisamente allo scoperto il partito comunista jugoslavo. A che cos~ si rifacevano le motivazioni di quella inappellabile condanna, se non ai temi adottati sino allora inèondizionatamente dal governo di Belgrado e dal Partito comu~ista? Come persuadere il paese dell'arbitrarietà dei metodi di azione politica che facevano capolino dietro le solenni formule della scomunica, quando spesso quegli stessi metodi erano stati applicati all'interno nei duri anni dopo il 1945? Ci si trovava cosf a dover resistere ad una pesantissima pressione politica, su posizioni non ancora critiche. Si può sostenere paradossalmente che per il Partito comunista jugoslavo s_itrattava di caratterizzarsi comunque o di perire. Oggi è facile convenire che l'ispirazione e l'unità necessarie dapprima a una opaca resistenza e poi a uno spettacoloso recupero erano il frutto, principalmente, dell'unità patriottica raggiunta negli anni dell 1 lotta armata contro fascisti e nazisti, unità poi largamente mantenuta anche nel periodo della trasformazione in Stato socialista . . · Sul terreno economico la sospensione inattesa degli aiuti, dei crediti, degli investimenti e degli ·scambi commerciali con l'URSS e gli altri pae.sidell'est, che nel 1949 costituivano piu dell'o_ttanta per cento della bilancia commerciale con l'estero, provocò un rallentamento cos_fmi- . naccioso dello sviluppo economico, da indurre l'incorreggibile Varga a profetare per la Jugoslavia « un fatale collasso economico>>. Non è qui certo il caso di ricordare analiticamente tutte le misure adottate per superare il punto di crisi. I prestiti americani e inglesi, la riduzione dei programmi di investimenti nell'industria pesante, la coesistenza, in alcuni settori, della pianificazione con le altre leggi della produzione mercantile, sono stati i tratti salienti della economia jugoslava sino al 1954. Da qu~l tempo l'espansione economica è éaratteri_zzata dalla ripre- , sa di scambi commerciali con l'Est, da un ambizioso piano per l 'ediBi lioteca Gino Bianc

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