Passato e Presente - anno II - n. 8 - mar.-apr. 1959

MOTIVI DI DIFFICOL TA' NELLA POLITICA ESTERA JlJGOSLA VA I dirigenti jugoslavi, in conversazioni private, non hanno mai fatto mistero del fatto che alla vigilia del Congresso di Lubiana la defezione piu inaspetta~ e dolorosa fu quella dei comunisti polacchi. Cominciavano cosf le docce scozzesi. L'ambasciatore-osservatore polacco fu l'u-_ nico tra i rappresentanti ufficiosi dei paesi comunisti a non abbandonare la sala durante il discorso di Rankovic; si sapeva, del resto, che nel novembre 1957 a Mosca, dopo il rifiuto jugoslavo di sottoscrivere la dichiarazione dei Partiti comunisti, solo Gomulka aveva tentato una ostinata mediazione. Eppure, a pochi giorni dalla conclusione di quel VII Congresso della LCJ, lo stesso leader polacco, parlando il 1.8giugno a Gdansk, rimproverava alla Jugoslavia di non prestarsi a far da tredicesimo 1 • Ancora nell'estate del 1958 erano in molti a ritenere che le affinità avrebbero, alla fine, avuto la meglio sui malintesi obbligatori: la sommaria offensiva propagandistica di Mosca (« la Jugoslavia campa coi dollari americani ») pensava essa stessa ad alimentare le speranze di un appianamento dei contrasti, adottando formule che si potevano applicare allo stesso titç>loalla politica di crediti del governo di Varsavia. Ma è stato Gomulka a precisare al Co~gresso del POUP (in termini civili, ma chiari), il dissenso fondamentale che divide oggi i due partiti e i due governi: « Le posizioni. della /ugoslavia sono oggi co1npletamente isolate». A Mosca poco prima, nel febbraio, Kruscev aveva ~astenuto . con un linguaggio piu polemico 2 le stesse tesi. Oggi, quando la convo1 Cfr. K. S. KAROL, La. Poionia da Pilsudski a Gomulka, Laterza, Bari 1959, pag. 303; « Borba », Belgrado 30 giugno 1958; « Les Nouvelles Yougoslaves », Par1s 10 luglio 1958, p. 15. ' . . . 2 Cfr. N1KITA KHRUSTCiov, Rapporto al XXI Congresso del PCUS, Ed1tor1 r1uniti, Roma 1959, p. 136-37-38-39~40. . \ • • Biblioteca Gino Bianco

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