Passato e Presente - anno II - n. 8 - mar.-apr. 1959

1094 Enzo Co/lotti l'impresa può aumentare soltanto se aumenta il suo reddito globale, ossia la sua produttività complessiva. In tal modo si salderebbero l'interesse individuale del lavoratore singolo all'aumento del frutto del proprio lavoro e quello generale all'incremento della produzione nazionale risultante dall'incremento della ·produttività delle singole unità economiche. Unanime è la valutazione sul risultato di questa esperienza : entro questi limiti, che non sono necessariamente statici ma suscettibili di allargarsi in proporzione ai , successi dello sviluppo economico generale, il sistema, · nonostante .permangano tuttora aperti non pochi problemi, ha funzionato, senza dar luogo a gravi manifestazioni d'incomprensione per gli interessi generali a favore di interessi particolaristici, come sarebbe dimostrato dalla ripartizione dei fondi. liberamente operata dagli organi di autogestione, prevalentemente orientata verso investimenti economici, verso opere dirette ad elevare il livello di vita dei lavoratori e iniziative sociali e culturali. Il terzo gruppo di problemi da esaminare concerne l'incìdenza dell'introduzione dell'autogestione nel quadro del sistema economico genera~e e i mutamenti ·derivatine sul piano dei rapporti politico-sociali. C9me è naturale, la creazione degli organi di gestione operaia ha significato lo scardinamento del sistema di pianificazione burocratica; dalla· rigida pianificazione amministrativa, implicante la fissazione degli obiettivi quantitativi ad ogni livello della ·produzione, si è passati a un. sistema piu elastico di pianificazione a grandi linee; anzi per molti anni, fino al 1957, ossia negli anni piu delicati di passaggio dal vecchio al nuovo sistema, fu adottato il criterio del piano annuale, che ha il vantaggio di consentir~ un aggiustamento piu rapido e piu flessibile agli sviluppi dell'economia, ·e di meglio assecondarne quindi gli orientamenti. Il piano attuale fissa soltanto delle previsioni per i vari settori dell'attività economica: spetta poi alle singole imprese adottare i piani di produzione ed organizzarsi, sulla base della reciproca concorrenza, in modo da adempiere agli obiettivi stabiliti dagli organi ce~trali. Tutto ciò conferma come il tentativo dei dirigenti jugoslavi di utilizzare la gestione operaia non sia soltanto fine a se stesso, come mera affermazione d~principio, ma risponda anche all'esigenza di farne uno strumento per il migliore impiego delle energie lavorative, facendo leva sull'incentivo individuale del produttore e sullo spirito e sulle capacità di concorrenza delle singole entità economiche. L'impresa cioè non è piu mera esecu- .trice di un piano predisposto dall'alto, ma gode _diuna sua sfera di autonomia operativa attraverso la quale deve tendere alla realizzazione del piano. L'autog~stione operaia ~ovrebbe rappresentare appunto la forza Sfblioteca Gino Bianco •

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