Gestione operaia tico-sociale, ossia le trasformazioni da questi subite, e i rapporti esistenti fra l'autogestione e gli organismi e gli strumenti politico-amministrativi propri del .Quovo sistema. . Se indubbiamente sin ·dagli inizi i dirigenti jugoslavi hanno fatto leva sulla gestione operaia come strumento di propulsione dell'iniziativa della classe operaia, tuttavia soltanto in un secondo tempo essi ne hanno pienamente valutato l'importanza al di là del contributo specifico recato alla lotta contro il burocratismo, conformemente agli obiettivi indicati da Tito nel giugno del 1950: « Il passaggio delle fabbriche, delle miniere ecc. alla gestione dei collettivi operai impedirà la diffusione nella nostra economia di una malattia contagiosa che si ·chiama burocrazia ». Si trattava allora, e si tratta tuttora, di una impresa estremamente audace, se si tiene conto del livello tecnico-culturale della classe operaia jugoslava, che è la classe operaia di un paese sottosviluppato, composta generalmente da elementi di nuova formazione, nella stragrande maggioranza di origine contadina e in buona parte tuttora formata da elementi legati oltre che alla fabbrica al lavoro dei campi. Già in questo l'autpgestione rivelava prospettive interessanti anche ai fini dell'immissione nel processo di industrializzazione di nuove forze di lavoro e della loro edu~azione professionale e sociale a un livello superiore, seguendo il principio che « è appunto con la pratica della gestione, nel processo ininterrotto di lavoro e di direzione degli affari, che tutti gli operai acquisteranno l'esperienza necessaria» (Tito). Pur non sottovalutando le realizzazioni già conseguite in questo campo, oggi si tende a sottolineare piuttosto l'identificazione, nel sistema di gestione operaia, tra il produttore e il consumatore, come « aspirazione a eliminare l'antagonismo esistente tra gli interessi generali e gli interessi particolari » (Salai). In tal modo la gestione operaia diventa la cellula prima dello sviluppo economico e del progresso del socialismo nella misura in cui « l'interesse materiale, · morale, creativo e sociale di ciascun particolare diventa una forza motrice nelle condizioni della proprietà sociale» (Salai). L'espediente tecnico adottato nella lotta contro il burocratismo è diventato cioè la giustificazione teorica di tutto il sistema di decentramento dell'economia e quindi dello stesso regime politico. È ovvio anzitutto che il successo di una simile concezione, che sollecita in pratica una forte spinta di iniziativa dal basso della classe operaia anche se nell'ambito di un piu vasto coordinamento degli strumenti ·economici, non può non essere condizionato, per la funzionalità stessa del sistema che si affida appunto all'iniziativa diretta dei lavoratori, B~bliotecaGino Bianco
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