Passato e Presente - anno II - n. 8 - mar.-apr. 1959

Enzo Collotti I di passare ad una nuova ~ase di edificazione del socialismo, scegliendo gli str11menti piu idonei ·a soddisfare le esigenze del paese che aveva già compiu~o i .primi importanti passi ver.so la trasformazione socialista dei rapporti di produzione. Gli esperti jugoslavi sono unanimi nel . far risalire alle riforme introdotte nel 1950, e fra esse capitale appunto la creazione dei consigli operai, l'inizio del nuovo orientamento della politica. economie~ che doveva avere una cosf radicale influenza sulla articolazione delle strutture stesse della società jugoslava. Gli anni tra la liberazione e la svolta del 1950 furono in sostanza gl1 anni della prima radicale rottura con i vecchi rapporti di produzione, mediante il passaggio totale dei mezzi di produzione dalle mani · dei capitalisti privati in proprietà dello Stato; ben presto furono nazio- f nalizzate non soltanto tutte le imprese industriali e le miniere, ma anche le banche, i mezzi di trasporto, le gran_diproprietà terriere, il commercio, le istituzioni alberghiere e sanitarie, con un ritmo e con un'ampiezza s.enza paragone nelle altre democrazie popolari. U11 rigido sistema di pianificazione centralizzata, culminato nell'adozione del primo piano quinquennale, accompagnava questa trasformazione dei rapporti di produzione che si traduceva anche in un enorme aumento 1i poter~ della autorità statale. Quale che sia il giudizio che si può dare su questo esordio della democrazia popolare in Jugoslavia, su questo periodo di « gestione amministrativa>> dell'economia, per riprendere l'efficace espressione corrente nella terminologia jugoslava, è certo che si trattò di un momento di transizione necessario per gettare le basi dell'ulteriore sviluppo del socialismo. Sin dalla sua origine la gestione operaia, alla quale certamente non furono estranee suggestioni libertarie e sollecitazioni storiche derivanti dall'esperienza della Comune parigina, fu concepita. alla luce della critica al burocratismo, che costitu1 per molto tempo e costituisce in parte ancor oggi il leit-motiv della polemica nei co11fionti dell'Unione Sovietica, non senza evidenti spunti autocritici, poiché, come in effetti avv·enne, la gestione autonoma delle imprese non poteva non implicare anche il decentramento dell'apparato di controllo e di pianificazione statale, che era diventato l'elemento dominante della vita politica ed economica. Ovviamente, tutto. ciò comportava una concezione del socialismo, della funzione dello Stato e del partito divergente da quella fatta propria dall'Unione Sovietica, ancorché le ragioni poletrliche esasperassero e forzassero la ricerca delle divergenze anche oltre i limiti delle differenziazioni obiettive, portando ad affermazioni teoriche le quali, come quelle· sul deperimento dello Stato o sulla natura della proprietà sociale, Biblioteca Gino Bianco ;,

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