,, «Comuni» in Cina vastità delle camp3:gne cinesi, con la corrispondente richiesta di macchine, avrebbe creato difficoltà insormontabili: una soluzione tradizionale avrebbe imposto l'edificazione di nuove città, con tutte le conseguenze connesse (problema degli alloggi, del vettovagliamento ecc., oltre 'che problema di costi). Naturalmente in una prima fase questo processo di industrializzazione di · nuovo tipo risponderà solo ad alcune esigenze immediate; la stessa produzione sarà limita~a alle macchine. agricole piu semplici, realizzabili cr1n mezzi di fortuna. Ma in una seconda fase dovrebbero sorgere in Cina delle vere e proprie « città rurali», forti delle loro industrie e autosufficienti (vedremo piu avanti come un analogo progetto sia stato accantonato nell'URSS). Un'altra conseguenza diretta dell'esperimento delle Comuni consiste, come abbiamo accennato quando parlavamo delle scuole, nél fatto che la popolazione è spinta a darsi essa stessa un'istruzione tecnico-industriale moderna. In un certo senso le officine che si stanno creando nelle campagne diventeranno la riserva di mano d'opera per le grosse fabbriche delle città. La trasformazione da contadino in operaio sarà meno difficoltosa; lo stesso ritmo di industrializzazione urbana ne trarrà importanti benefici, essendo nel futuro le città rifornite di mano d'opera semi-specializzata. Ciò aumenterà anche il livello culturale dei contadini, e ne trasformerà la psicologia. 4. Riserve sui metodi: militarizzazione del lavoro e abolizione della vita privata. Verso le Comuni di fabbrica. Come si vede i progetti sono ambiziosi, e tali da trasformare non solo il volto della Cina, ma anche i suoi abitanti. Tutto ciò però viene realizzato con metodi che, indubbiamente tipici per un paese sotto-sviluppato, non sono concepibili nè trasferibili in un paese, ad esempio, dell'Europa occidentale o anche orientale. Simili piani di sviluppo, per quanto giganteschi e per quanto appassionanti, sono accompagnati in Cina da forme organizzative che ripugnano alla nostra mentalità, e che non sarebbero accolte neanche in altri paesi asiatici, come l'India. Due, sostanzialmente, sono le nostre riserve sui metodi cinesi. La prima riguarda la militarizzazione del lavoro che sta diventando la caratteristica del regime cinese. Il lavoro nelle Comuni viene organizzato secondo veri e propri criteri militari, aspetto che i dirigenti di Pechino non nascondono affatto, e neanche considerano transitorio (ma ritengono valido almeno per un lungo periodo). La mano d'opera concentrata nelle Comuni . è stata organizzata in tante « brigate » di lavoro che praticano « l'obbedienza di massa » e sono trasferibili da un punto all'altro del territorio amministrato dai nuovi organismi in base all'urgenza di questa o quell'altra opera pubblica. Il secondo aspetto per noi inaccettabile, collegato direttamente al primo, è l'abolizione, o quasi, di qualsiasi forma di vita privata all'interno delle Comuni. Tutto viene subordinato alla Comune e al suo rendimento economico, nell'interes- , . B_ibliotecaGino B·ianco
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