Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

Claudio ·Pavone In realtà, la formula della inserzione delle masse cattoliche nello Stato da un lato esprime la prevalenza finale avuta, nella Resistenza, dalla continuità dello Stato, dall'altro sta ad indicare le sempre maggiori pretese che di fronte ad esso Stato hanno accampato i cattolici, fino a rovesciare l'iniziale significato della formula, immettendo, se cos1 può dirsi, lo Stato nella chiesa: tanto che oggi l'Italia soffre insieme della sussistenza dello Stato liberale borghese e del suo sovvertimento ad opera dei cattolici. I cattolici, fino ancora al 1945--46, si sentivano ed erano sentiti come forza subalterna nella società e nello Stato, alla cui direzione, anche se non piu da soli, avevano riproposto la candidatura gruppi e uomini prefascisti. Fu errore della sinistra italiana essere rimasta troppo a lungo ancorata a un quadro prefascista in cui il partito popolare poteva essere considerato, entr~· limiti che oggi si tende però a dilatare, una forza di potenziale rinnovamento della società italiana. Le sinistre, e in particolare i comunist~, ricercando l'alleanza dei democristiani partivano evidentemente da un presupposto di tal fatta, pensando di potersi subordinare i cattolici sulla via di q.uelle riforme che, d'altronde, non avevano fiducia di poter condurre in porto da soli 1 • Ma· De Gasperi concepiva le riforme come provvedimenti amministrativi da attuare dall'alto, dopo aver restaurato l'autorità dello Stato, salvaguardato l'ordine pubblico e ricostruita l'economia su basi privatistiche: cioè, dopo aver ridato forza a tutto ciò che si sarebbe poi opposto alle riforme 2 • Cos1 la democrazia cristiana, lungi dal costituire una forza almeno potenzialmente eversiva in senso progressivo, fini c9l funzionare, proprio p~r quel carattere di massa di cui la borghesia non può più fare a meno per i suoi partiti, da strumento principale della s_alvaguardia della continuità dello Stato tradizionale, bo~ghese, censitario, propriçtario, conservatore e, a suo modo, risorgimentale. Nel volume ufficiale sul Secondo Risorgimento lo riconosce anche il· Bend1sci0Ìi, quando. scrive _che la democrazia cristiana, col primo governo De Gasperi, «_ si assume:va il compito di avviare la restaurazione del vecchio Stato burocratico, facendo leva sulle correnti politicamente conservatrici dello spirito pubblico », ma, crede di poter aggiungere il Be~discioli quasi a contrappeso, <ç rimanendo fedele al proprio programma sociale avanzato, condiviso dalle sinistre >> 3 • Che poi la democrazia cristiana, impadronitasi dello Stato cosi restaurato, abbià voluto fare è ancora risolto il « problema centrale )) di un giusto rapporto tra coscienza religiosa e azione politica (op. cit., p. 176). . 1 Cfr. P. MELOGRANI, Comunisti e cattolici, in « Passato ,e Presente))' I (1958), pp. _587-614. E vedi anc~e L. VALIANI, in Dieci anni dopo, cit., pp. 72-73 e passim. 2 Cfr. ancora L. VALIANI, op. e loc. cit., e P. TOGLIATTI, L'opera di De Gasperi. Rapporti fra Stato e Chiesa, Firenze 1958.. 3 M. BENDISCIOLI, in Il Secondo Risorgimento, cit., p. 359. Cfr. le conclusioni del saggio dello stesso autore cit. a nota 9 a p. 851. Biblioteca Gino Bianco· ' .

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