912 Claudio Pavone da G·ramsci e dall'ambiente della Resistenza e della immediata post Resistenza. Il fascismo, reazione degli agrari e degli i·ndustriali, « affonda ~e sue radici nelle carenze del vecchio Stato borghese», affermavano anni fa i giovani democristiani, e argomentavano ricordando che l'Italia fu fatta senza gli italiani, ad opera di una minoranza « che nelle baionette piemontesi trovò la sua forza di realizzazione>> e che « sistematicamente soffocava quegli ideali di libertà e di giustizia piu schiettamente rivoluzionari ». Quei giovani, inoltre, non solo se.paravano netta~ente la « mistificazione corporativa » fascista dal corporativismo cattolico (questa era una distinzi<?ne cui molto aveva mostrato di tenere, come è ovvio, De Gasperi), ma anche verso il secondo non . rivelavano un entusiasmo troppo· vivace 1 • Il revisionismo cattolico, se da una parte ha sbandato fino alle equivoche, anche se non prive di intelligenza, prese di posizione del Ciccardini 2 , dal1'altra ha espresso il sincero desiderio· di riesaminare la storia d'Italia dal Risorgimento in poi alla luce delle nuove esperienze che avevano portato al potere un gruppo dirigente cattolico la tui impreparazione culturale era avvertita dai piu sensibili giovani di quella fede: ed è quanto si sono accinti a fare su un piano di sbrigliat~ e, spesso, sofisticata dialettica il De Rosa, con piu profondo senso della storia il Fonzi, lo Scoppola e altri, della cui opera non vogliamo qui tentare il bilancio. Un punto, fra tanta frammentarietà di atteggiamenti cattolici, può essere individuato come raccordo ricco di implicazioni non solo culturali, ma ·direttamente politiche: quello secondo cui la Résistenza rappresenterebbe l'inserzione nello Stato delle masse cattoliche che ne erano state escluse durante. il Risorgimento. Si vuole in tal modo non solo offrire una interpretazione della Resistenza, ma trovare una base storica e culturale al potere esercitato, dopo la liber~zione, dai cattolici. L'assimilazione dei cattolici alle forze popolari escluse dallo Stato risorgimentale costituisce-, sul piano della logica storica, un evidente equivoco, oggi peraltr0 molto fortunato. Il De Rosa ne fa il suo cavallo di battaglia, quando discorre del partito popolare come della Resistenza e della democrazia cristiana, e vi innesta l'altra affermazione ·sui cattolici rivendicatori delle libertà dei cosidetti « corpi intermedi » fra l'individuo e lo Stato, conculcate dalla « borghesia censitaria » e dall' « assetto proprietario ». Gli edi~ tori degli scritti di De Gasperi rivolgono al leader democristiano la lode di aver contribuito « a dare al nuovo Stato una base popolare che non ebbe lo Stato risorgimentale » 3 ; e altri scrittori cattolici identificano senz'altro 1 Il fascismo in Italia, edito da « Per l'Azione », rivista dei gruppi giovanili della Democrazia Cristiana, a cura di A. PAcI, L. ELIA, V. BACHELET, F. GRASSINI,prefazione di F. M. MALFATTI(Roma s. d.). 2 B. C1ccARDINI, Il fascismo come esame di coscienza delle generazioni, in « Terz·a generazione », I (1953), pp. 39-44. 3 A. DE GASPERI,./ Cattolici ..., cit., p. ~III. Biblioteca Gino Bianco·
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