Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

Le idee della Resistenza la sconfitta della tradizione sanfedista e antirisorgimentale delle campagne italiane. E possiamo appena ricordare il problema, troppo schem~ticamente impostato, e che pur si è dibattuto, se i cattolici furono nella Resistenza come cattolici o come italiani, se. spinti cioè da moventi religiosi o p~litici (e poi, di nuovo, nella seconda ipotesi, se come semplici patrioti o come antifascisti,. ripresentandosi anche per loro l'interrogativo di cui già abbiamo parlato). Occorre comunque distinguere fra partecipazione dei democristiani, dell'alto clero, del basso clero e dei semplici credenti: gruppi non omogenei, e non mossi da uguali finalità 1 • E bisognerà saper leggere le frequentissime espressioni di fede cattolica ricorrenti nelle Lettere dei condannati a morte, di contro, per far un esempio connesso al nostro tema, àgli accenni al Risorgimento contenuti in una sola lettera, quella di un ufficiale in servizio permanente effettivo, iscritto al partito d'azione, Pedro Ferreira 2 • Esiste una interpretazione cattolica della Resistenza? Ne esiste piu d'una perché, anche in questo caso, la cultura cattolica non è stata capace di. elaborare una sua posizione originale, ma si è dovuta accontentare di riprendere, variandole e adattandole alle proprie esigenze, quelle che venivano offerte dalla cultura laica. Ciò sembra valere in modo particolare per .il nesso Risorgirp.ento-Re.sistenza, dato che i cattolici erano, su quel terreno, doppiamente compromessi: essi avevano infatti alle spalle o la tradizione clericale-antirisorgimentale, o quella, latu sensu, neoguelfa, che cosi. bene si era portata su posizioni conciliazioniste e filofasciste. Quanto questa seconda tradizione fosse forte è mostrato, fra l'altro, dal fatto che perfino uno dei pochi movimenti clandestini cattolici del ventennio, quello facente capo a Piero Malvestiti, non trovò nome migliore di « Movimento Guelfo d'A- .zione 3 »; mentre nel « Regno del Sud » la democrazia cristiana, non stimolata dal movimento partigiano, ·fu subito proclive a riprendere logore parole d'ordine neoguelfe e italo-cattoliche, come quelle che abbondantemente apparivan~ sulla sua stampa 4 • È noto del resto come lo stesso De Gasperi avvertisse in qualche modo i rischi di tali atteggia~enti quando, 1 Buone osservazioni in G. RoVERo, Il clero piemontese nella Resistenza, in Aspetti della Resistenza in Piemonte, cit., pp. 41-75. Si può anche citare l'ultima lettera del sacerdote Aldo Mei, fucilato il 4 agòsto 1944, il quale attribuisce la sua sorte all' « aver fatto il prete » (Lettere dei condannati a morte, cit., pp. 142-45). Ingiuriosa fu ritenuta dalla « Civiltà Cattolica » (CV [1954], IV, pp. 684-85) la distinzione, fatta dal Battaglia. nella sua Storia, fra alto e basso clero. 2 Lettere ..., cit., pp. 76-83. Per una interpretazione laica della religiosità dei · combattenti che muoiono con i riti cattolici, cfr. ·A. 0MonEo, Momenti della vita di gue"a, cit., pp. 376 ss. 3 Cfr. G. Ross1N1, op. cit., pp. 55-58. 4 Nel numero del 26 èlicembre 1943 di « Il Risveglio» di Bari, « settimanale . della Democrazia Cristiana», in un Saluto ai valorosi rivolto alle truppe italiane entrate in linea accanto agli alleati, si tiravano tn campo· la· Roma onde Cristo è Romano, San Francesco d'Assisi e Santa Caterina da Siena, la Madonnina del . . Biblioteca Gino Bianco

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