Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

Luciano Vasconi mente, all'apporto sovietico - alla sua terza rivoluzione agricola, di cui le « Comuni» sono l'ossatura. ' · Le Comuni rappresentano il tentativo di creare nelle stesse campagne miriadi di centri produttivi di macchine agricole, almeno in prospettiva (una prospettiva calc?lata dai dirigenti cinesi in un margine -che va dai tre ai sei anni). I « colcos » di tipo sovietico sono in via di scioglimento, in quanto vengono assorbiti dalla Comune, che va da un minimo di duemila a un massimo di venti~ila. famiglie. Le fattorie collettive si trasformano, perdendo la loro originaria natura, in unità economiche di nuovo tipo, molto piu vaste, e ·nelle quali la concentrazione dei mezzi e della mano d'opera permette di combinare in uno stesso nucleo i diversi aspetti della produzione (industriale e agricola). Nella Comune, dove tutto è di proprietà statale (eccetto gli abiti per vestirsi, il letto per dormire, l'orologio e la bicicletta), il contadino - oltre a lavorar la terra - diventa operaio, costruendo piccole fonderie per la lavorazione dei metalli, officine per la _riparazione di macchine (in questa prima fase; poi costruirà egli stesso le macchine, almeno gli strumenti piu semplici, in attesa che la Comune crei sul posto una vera e propria industria meccanica);_ non solo, ma organizza il proprio commercio, curando gli scambi con le altre «Comuni>> e con le città, cura la propria educazione tecnica e culturale, occupandosi delle scuole; e infine cura la propria preparazione militare e gli affari civili, delegando per questi 1 ultimi - come per tutte le attività che necessitano di una mente direttiva - appositi comitati amministrativi. Le conseguenze immediate di tale esperimento sono molteplici. Da un lato stanno sorgendo in tutta la Cina, nelle campagne, centinaia di migliaia di piccoli alti-forni (350 mila entro il IO settembre del '58, data entro la quale venti milioni di contadjni erano già impiegati direttamente nella metallurgia, secondo i dati del Dumont), oltre alle officine di riparazione e a tutte quelle attività marginali che .sono richieste dal lavoro nei campi (imprese per la preparazione dei fertilizzanti e cosf via). Insieme ai grandi complessi industriali cittadini, come quello di Anshan, le fonderie costituite anche secondo un·a tecnica primitiva nelle campagne hanno permesso alla Cina di raggiungere entro la fine del '58 una produzione complessiva di acciaio di IO milioni 700 mila tonnellate (il doppio del '57), quantitativo che mette i cinesi al primo posto quali produtto~i di acciaio in Asia, essendo il Giappone ormai superato. Nelle previsioni per il '59, la Cina dovrebbe raggiungère i 18 milioni .tli tonnellate di acciaio, superando la Francia (14 milioni di tonn. nel '57) e avvicinandosi alla Gran Bretagna (22 milioni di tonn.). La Cina cioè risolverà, se l 'esperi1nento avrà esito positivo, il problema di industrializzarsi senza l'urbanizzazione. Senza tale « trovata >>· le necessità produttive cinesi avrebbero dovuto essere rallentate dall'impossibilità di concentrare nuova mano_ d'opera industriale nelle città, problema che, per la Biblioteca Gino Bianco

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