Le idee della Resistenza qui il caso di dipanare e che potrebbe, ad· esempio, essere riguardato sotto l'angolo visuale del dibattito sui CLN, che raggiunse una delle sue formulazioni piu esplicite nella nota polemica delle « cinque lettere» 2 • « Naturalmente», ha poi scritto Longo, « noi rifuggivamo dall'idea di sottoporre ·il movimento operaio per le rivendicazioni immediate al controllo e alla àirezione _operativa dei CLN. Sarebbe stato un non senso. I) CLN,' proprio per la sua natura di organo di unità nazionale di tutte le forze patriottiche, non poteva assumere la direzione delle lotte operaie, che erano classiste per la loro stessa natura e per gli obiettivi che si ponevano » 3 • Secchia, a sua volta, considerava un « errore da evitare... quello di far tacere la voce <lel partito per parlare solo a nome del CLN >> 4 , e, nella riunione allargata della direzione del PCI dell'11 marzo 1945} dopo aver citato un lungo brano di Togliatti sul partito nuovo, commentava: « partito nuovo dunque per i suoi compiti, per la sua funzione,· per le forme ed i metodi nuovi della nostra organizzazione, partito nuovo la cui natura di classe e l'ideologia rivoluzionaria rimangono inalterate » 5 • Se si rammenta l'accusa ianciata dal Cominform a· Tito, di avere annegato il partito nel fronte (la Resistenza jugoslava era stata fra quelle con piu spiccati caratteri nazionali e di massa), si può meglio cogliere il senso di queste distinzioni fra partito e CLN. D'altra parte, citiamo ancora parole di Longo, « noi eravamo per dei CLN che fossero non dei semplici strumenti di un organo centrai~, burocratico e lontano, ma organi di mobilitazione e di autogoverno delle masse, strumenti <li democrazia diretta e immediata» 6 • Discendeva, da tutto ciò, che l'unità, pei comunisti, oscillava fra il riconoscimento delia spinta dal basso tendente a vedere ne.i CLN l'embrione di nuovi strumenti di potere popolare, e la alleanza, al vertice, di partiti, patrocinata nella fiducia di saperne costituire la guida e i beneficiari; e il secondo Risorgimento poteva far gioco nell'uno come nell'altro atteggiamento., articoli Saluto al governo di unione nazionale, in « Il Combattente », maggio 1944, e Tutta la nazione per la insurrezione, in << La nostra lotta», settembre 1944, nonché lo Schema di rapporto politico presentato alla conferenza dei triumuirati insurrezionali del PCI (novembre 1944), in cui Longo si dilunga a spiegare la differenza fra democrazia progressiva e dittatura del proletariato (L. LoNGo, Sulla via..., cit., pp. 209-12, 288, 329 ss.). 2 Cfr., su questa, R. BATTAGLIA, op. cit., pp. 517-25, e R. CARLIBALLOLA, Storia della Resistenza, Milano-Roma 1957, pp. 47-51. · 3 L. LoNGo, Sulla via..., cit., p. XXVI. 4 Il partito e il CLN, in La nostra lotta, dicembre 1943 (ora in P. SECCHIA, I comunisti e l'insurrezione, Roma 1954, pp. 49-55). 5 o . p. czt., p. 391. 6 L. LoNGo, Sulla via..., cit., p. XXXIV. Cfr. lo Schema di rapporto, cit. a nota 1, dove si dice che, a liberazione avvenuta, i CLN periferici devono trasformarsi in organi di potere popolare. Biplioteca Gino Bian.co
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