Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

Le idee della Resistenza 901 sul Corpo V·olontari della Libertà, e ottanta pagine a quello del generale Primieri su Il contributo delle Forze armate alla g~erra di libe- . razione. Non sarebbe tuttavia giustificato un atteggiamento di sufficienza verso il motivo nazionale della Resistenza, quale si riscontra spprattutto in una parte 4ell'antifascismo di origine giellista (si ricordi la discussione del 1935) 1 : non si può, cioè, considerare un mero equivoco il fatto che la Resistenza si avvalse con larghezza di uomini mossi da spinte prevalentemente patriottiche; ben si si deve riconoscere che le piu mature forze politiche antifasciste non seppero trasformare tali spinte, in quella situazione, in motivo di generale rinnovamento della società italiana. Anche i fascisti della repubblica sociale tentarono la corda del patriottismo, contro l'invasore angloamericano, ma con esito pressocché nullo. Paradossalmente, i fascisti post otto settembre avrebbero potuto anch'essi fare i nazionalisti antitedeschi, e cos1 tentare di rinfrescare il proprio volto : se non lo fecero, è perché il legame che li univa alla Germania nazista era per essi qualcosa di non occasionale; e non occasionale fu dunque il carattere di lotta insieme antifascista e antitedesca che assunse la Resistenza : antitedesca perché antinazista·. « Viva l'Italia e viva la Germania libera! » esclamò sul patibolo il chimico sièiliano Pietro Mancuso, impiccato 1'11 settembre 1944 dai tedeschi a Carignano: e sembra che l'u_fficialenazista guardasse stupito e senza comprendere 2 • Viene in mente, ma trasferito su un piano· assai piu alto, il « ripassin J' Alpe, e tornerem fratelli » del poeta risorgimentale. La presenza del fattore nazionale contribuì, fra l'altro, a far riflettere sul posto che gli sarebbe spettato nella ricostruzione postbellica e sul valore che poteva ancora avere per l'uomo moderno. Il Risorgimento, da questo punto di vista, serv1 a rivalutare il civile patriottismo del secolo scorso contro la spuria filiazione del nazionalismo e dell'imperialismo. Anzi, sulla scia di un secondo Risorgimento che doveva ricollocare, come già il primo, l'Italia nell'Europa 3 , il carattere europeo del Risorgimento fu sforzato fino a ved_ere in esso il precedente di quello che, con pari, anzi maggiore sforzatura, sembrava ad alcuni il carattere essenziale, in tutti i paesi, della Resistenza: l' eu-- ropeismo o federalismo europeo 4 • Ne sarebbe nata quella confusione di atteggiamento· realmente aperto e di sciovinismo occidentalistico caratteristica del federalismo europeo postbellico. 1 Vedi, ad esempio, gli scritti di M.- SALVADOR!: Resistenza e Azione, cit., e, in misura attenuata, Storia ·della Resistenza itafiana, Venezia 1955. 2 G. MARABOTTO, Un prete in galera, II, Cuneo 1953, pp. 277-78. 3 Cfr ., su questo ·punto, le osservazioni di G. SPINI, Della Resistenza come di un aspetto della storia d'Europa, MLI, n. 22 (genn. 1953), pp. 48-49. 4 Esemplare, per l'esposizione di questa tesi, il saggio del cattolico L. BENVENUTI, Resistenza europea e federalismo europeo (sul quale avremo occasione di tornare), in· « Civitas »,· n; s., VII, n. 4 (ap_rile 1955), pp. 60-81. Biplioteca Gino Bianco

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