Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

900 Claudio Pavone Anche gli alleati amavano f~re appello, contro quella fascista, a una Italia «vera», i cui interessi e le· cui tradizioni, come avevano detto, poco prima del 25 luglio, Churchill e Roosvelt in un loro messaggio, erano stati traditi dalla Germania e dai gerarchi « falsi e corrotti» 1 • Ad armistizio concluso, l'interesse alleato per un profondo rinnovamento italiano sarebbe ovviamente diminuito .. Nel dibattito sull'Italia svoltosi ai Comuni il 21 e 22 settembre 1943 i laburisti ·tentarono invano di portare a conseguenze piu radicali, in polemica con Churchill, il motivo dell'Italia che ritrova se stessa: « se il legittimo appello dei capi de1nocratici italiani al popolo italiano », essi dissero, « fosse stato consentito», in modo che « la fiamma della libertà legittimamente percorresse l'Italia, come fece durante il Risorgimento », ben altro aiuto avrebbero fornito alla causa alleata gli italiani, i quali si era· invece preteso rischiassero la vita per sostenere, cop. armi insufficienti, dei voltagabbana; e il deputato Thomas ricordò l'esempio dei garibaldini di Spagna 2 • L'appello al Risorgimento riproponeva ancora una volta il problema del rapporto fra nazionalità e libertà: era prevalente, oggi come un secolo fa, l'aspetto di guerra al tedesco per l'indipendenza della patria, o invece quello di guerra per la libertà, di guerra civile non solo italiana, ma europea e mondiale? La tematica era resa ancorà piu complessa dall'intervento di un terzo termine, quello della lotta per il s~cialismo, come forma piu piena della libertà dei tempi moderni. È vero: .nel corso della lotta il problema non si poneva in termini cos1 scolastici, e una concret~ unità dei primi due motivi, e anche· del terzo, si realizzava con relativa facilità nella coscienza dei singoli c"ombattenti. Ma non per questo il problema non sussisteva: e il diverso modo di vederne la soluzione influi allora in re, e non può non influire oggi sul nostro giudizio. È stato da molti, e giustamente, osservato, che la Resistenza italiana fu tra le piu politicizzate: i motivi di ciò sono intuitivi, c~me è facile comprendere che i piu ostili a tale politicizzazione furono i ceti monarchici e conservatori, nonclié gli alleati. Per tutti costoro il nuovq Risorgimento era solo una formula di comodo per inc~nalare il rischios~ ribollire della società italiana nella patriottica guerra al tedesco: e abbiamo potuto vedere nel volume governativo che celebra il decimo anniversario della liberazione, Il Secondo Risorgimento, riservare venticinque pagine fredde, burocratiche e inspirate da una invincibile ripugnanza per la politica, al saggio di Cadorna · 1 Il testo del messaggio in W. Churchill, La seconda guerra mondiale, parte V, voi. I, La campagna d'Italia, Milano 1951, pp. 60-61. · 2 A. DEGLI EsPINOSA, op.· cit., pp. 63-79; W. CHURCHILL, op. cit., pp. 168-74. Nel volume a cura di A. e V. ToYNBEE, Hitler' s Europe, London-New YorkToronto 1954, il saggio The Italian Resistance Movement di E. W1sKEMANN accenna (p. 331) al « Secondo Risorgimento », e lo differenzia dal primo per la partecipazione di operai e contadini. Biblioteca Gino Bianco ... ...

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