Le idee della Resistenza 899 chìarazione del 28 novembre, stigmatizzando co~e Antirisorgimento coloro che avevano ancora una volta chiamato quel nemico al di qua delle Alpi 1 • La cart·a dei « tradizionali alleati » fu a sua volta scopertamente giocata nel tentativo di trovar grazia presso i vincitori : dalla risposta inviata da Badoglio al messaggio di Churchill e Roosvelt dell'11 settembre 1943, ai proclami dello stesso maresciallo del I 5 settembre I 94 3 ( « ... i nostro antichi compagni del Piave ·e di Vittorio Veneto... ») e dell'11 febbraio 1944 2 , alle dichiarazioni di uomini politici e della stampa 3 • Che l'alleanza coi tedeschi dovesse considerarsi «innaturale» era cosa ripetuta da molti e con sfumature diverse: si andava da affermazioni retoriche o addirittura da un razzismo rovesciato (nemici « della nostra razza e della nostra civiltà » erano stati chiamati dal re i tedeschi nel ricordato discorso), al desiderio di riaffermare una vocazione liberal-occidentale del1 'Italia, contro il prussianesimo e il nazismo, contro la politica estera fascista. Nell'ordine del giorno redatto da Bonomi, e approvato il 2 settembre 1943 dal Comitato centrale delle forze antifasciste, si rivendicava, ad esempio, per l'Italia il rinnovamento di quella scelta a favore della libertà, dell'eguaglianza e della pacifica convivenza di tutte le nazioni, che essa aveva già compiuto nel Risorgimento 4 ; e, in un telegramma inviato a Badoglio dal comitato di liberazione nazionale di Napoli, il maresciallo veniva lodato per « aver rotto l'iniqua alleanza » e riportato l'Italia alle antiche tradizionali amicizie 5 • Privati del loro « antico valore » erano stati i soldati italiani solo ~perché costretti a combattere « in una via opposta a quella della storia secolare del popolo italiano » : questa era la convinzione espressa .dal nuovo governo di· Salerno di concentrazione antifascista 6 • Bonomi, capo del governo, in un suo discorso del 4 novembre 1944 riprenderà questi temi, sforzandoli a dismisura, fino a dichiarare che il fascismo, dilapidando l'eredità del Risorgimento, aveva fatto passare l'Italia per tre anni al nemico, in quell'unica grande guerra contro « l'eterno barbaro» che era cominciata nel 1914 e che finalmente si avviava alla vittoria totale. Da parte alleata, come è noto, si dava moderato ascolto a tali affermazioni ita1iane; o meglio, si prendeva di esse quanto poteva servire a rafforzare la linea di condotta, di ispirazione. britannica, volta a sostenere il re e Badoglio e, piu in generale, a salvare, anch'essa, la continuità dello Stato. i A. DEGLI EsPINosA, op. cit., pp. 80-81; M. BBNDisc1oi1, La Resistenza: . Aspetti politici, in Il Secondo Risorgimento, cit., p. 314. 2 P. BADOGLIO, L'lta/.ia nella seconda gue"a mondiale, Milano 1946, p. 126; A. DEGLIEsPINosA, op. cit., pp. 53-58, 273. 3 Vedi, ad esempio, l'intervista, ancora di Badoglio, del 13 novembre 1943 (A. DEGLIEsPINosA, op. ci.t., p. 191) e « La Rassegna» di Bari, 14 dicembre ·1943. 4 I. BoNoMI, Diario di un anno-, Milano 1947, p. 87. 5 · Si può leggere in Il Risorgimento di Napoli, 19 ottobre 1943. 6 A. DEGLI EsPINOSA, op. cit., p. 340. Biplioteca Gino Bianco
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