Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

Claudio· Pavone zione che, quasi da sola, seppe costruirsi, usando i .materiali piu disparati, una coscienza politica e culturale antifascista. Si possono, fra tali materiali, rinvenirne di risorgimentali? È indubbio che il Risorgimento abbia agito in molti casi come mito conformista, provinciale e piccolo borghese, eleme~to passivamente accolto nella formazione del cittadino disciplinato e rispettoso di una immagine oleografica della Patria. Ricordiamo che i programmi d'insegnamento della storia nelle scuole medie, elaborati nel 1936 da De Vecchi di Val Cismon 1 , prescrivevano che « il massimo rilievo deve essere dato in ogni ordine di scuole al processo formativo dello stato unitario italiano che confluisce nel fascismo, alla funzione esercitata dalla dinastia Sabauda dal suo primo orientamento_ verso l'Italia alla azione decisiva che essa svolse durante il Risorgimento e nella più recente vita italiana. E il Risorgimento venga presentato non qual~ materiale conseguenza di sia pur gran~i eventi stranieri ma come fenomeno schiettamente italiano le cui origini risalgono ai primordi del secolo xv111 >>. . Un Risorgimento siffatto, cui poco· interessavano le piu sottili distinzioni di un Volpe, entrava bene nel gran calderone monarconazionalfascista: e un uomo sensibile ai problemi educativi come Aldo Capitini ha ricordato di recente le gravi responsabilità del « patriottismo scolastico >>, della « esaltazione del Risorgiment~ italiano >> e degli « stimoli della letteratura nazionale dal Foscolo al Carducci e al D'Annunzio >> 2 • Tuttavia, per quanto il discorso su tale terreno sia difficile, per la quasi completa mancanza di testimonianze esplicite, una piu dignitosa tradizione nell'insegnamento della storia fu mantenuta da alcuni docenti: e l'immagine di un Risorgimento un po' all'antica, ma nobilmente ravvolto nei suoi pur logori panni liberali, fornf senza dubbio qualche germe di potenziale resistenza alla pressione fascista 3 • La stessa presentazione della guerra 1915-18 c?me « ultima del Risorgimento » poteva offrire uno stimolo, per chi era in grado di ricordarne o di apprenderne la realtà, a porsi, non fosse .altro, la domanda se essa fosse stata veramente dichiarata, combattuta e vinta da Mussolini. I tentativi, anche se presto falliti, di · organizzare associazioni di ex-combattenti non· fascisti (come, ad esempio L'Italia Libera) 4 avevano 1 Avvertenze generali per l'insegnamento, annesse al R.D. 7 maggio 1936, n. 762. 2 Cfr. nota 8 a p. 851. 3 In una delle J.1 utobio grafie di giovani del tempo fascista, pubblicate a· Brescia nel 1947 a cura della rivista cattolica « Humanitas )), G. C. parla ad esempio (pagine 9-10) del « carattere risorgimentale )) che ancora informava ai suoi tempi (17 anni nel 1935) la scuola elementare e media: « ~dee di libertà e di nazionalità », << sensi romantici », filofrancesismo e antitedeschismo. 4 Cfr. A. GAVAGNIN, op. cit., pp. 157, 182-85; e A. GAROSCI, Storia, cit., pp. 271-72. Biblioteca Gino Bianco ·

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