Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

880 Claudio Pavone dro dello Stato italiano su ·cui è ancora impegnata la discussione di storici e di politici. Le prese di posizionedel partito comunista d'Italia, che ricorderemo tra poco, fanno sorgere l'interrogativo sulla circolazione e l'influenza che le idee elaborate in forma definitiva nei Quaderni del carcere ebbero nel partito della clandestinità e dell'esilio. Si tratta di un problema dalle ampie implicazioni, e che il limitato angolo visuale di questo scritto può solo sfiorare. Pubblicamente Gramsci aveva già manifestato alcune sue tesi risorgimèntali ai tempi dell'Ordine Nuovo, riconoscendo, ad esempio, che « la borghesia italiana è stata lo strumento storico di un progresso generale della .. società umana>>, ma che ormai, perso tale ruolo, sta affossando e disgregando la stessa nazione da lei creata, cosicchè « solo lo Stato proletario, la dittatura proletaria, può oggi arrestare il processo di dissoluzione dell'unità nazionale»: tema, questo, che avrà ampi e caràtteristici sviluppi, innestandosi in quello della vera unità (non quella del regno sorto « con un vizio _diorigine che lo rende incapace, nonché di risolvere, di sentire il problema del popolo»), da realizzare finalmente con l'alleanza degli operai del Nord e dei contadini del Sud 1 • · I socialisti delle v~rie correnti non sembra che approfòndissero, nell 'esilio, questi suggerimenti, né che ne venissero stimolati a proprie originali riflessioni, il loro impegno politico-culturale essendo rivolto in altre direzio~ ni. I socialisti non potendo, specie nei primi anni di esilio, non rimanere in qualche modo fedeli al proprio passato, furono frenati sulla via di quell'integrale riesame dei rapporti politici e di classe sviluppatisi in Italia dal Risorgimento in poi, sulla quale si erano messi sia i comunisti che GL. I socialisti perciò, proprio perché parte integrante del sistema politico prefascista e giolittiano, indugiarono a riconoscere nel fascismo un fenomeno che non fosse solo. una ·parentisi nella «normalità». Glielo rimproverava ·Rosselli 2 : .e nelt.'alternativa di polemiche e di collaborazione che caratterizzò i rapporti fra socialisti (prima e dopo la riunificazione del 1930). e GL 3 , da parte socialista si univ·a alla critica del· carattere generico e aclassista del socialismo di GL, « anticapitalismo da ceti medi>>, come lo defìn{ Nenni 4 , un certo fastidio per un atteggiamento che voleva sbarazzarsi con tanta irruenza di tutta una tradizione ancora cara, pur nello sforzo di rinnovament~, al socialismo italiano. .. 1 A. GRAMSCI, L'Ordine nuovo, Torino 1954, pp. 276-78 (L'Unità nazionale); pp. 327-30 (Tradizione monarchica). Vedi anche, oltre vari spunti disseminati nel volum~, il paragone fra Cavour e Giolitti, ritenuto irriverente per il primo (pp. 300-1). 2 Vedi, ad esempio, Socialismo. liberale, cit., p. 186. 3 Cfr., ·su questo punto, G. ARFÈ, op. cit., passim. 4. Cit .. da A. GARosc1, Stor,,a..., cit., pp. 78-79. Biblioteca Gino Bianco

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