Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

Le idee della Resistenza 879 al 3° congresso dell'Internazionale comunista (giugno-luglio 1921), nei richiami che alle « tradizioni del Risorgimento» yi sarebbero stati nella « Cri tica Sociale » (cosa, abbiamo- visto, da non p,rendere alla lettera), un.a manifestazione del social-patriottismo e del riformismo di Turati 1 • Ma era anche un riconoscimento che avrebbe fornito in seguito, unitamente a piu remote ispirazioni che potrebbero farsi risalire alle lodi· del Manifesto verso l'opera rivoluzionaria saputa svolgere dalla classe borghese, armi polerµiche contro la b~rghesia iialiana traditrice dei suoi stessi ideali, secondo uno schema che ,proprio Leni!1 enunciava fin dal 1915, in occasione dell'entrata in guerra dell'Italia 2 : « L'Italia democratica e rivoluzionaria, cioè l'Italia della rivoluzione borghese che si liberava dal giogo austriaco, l'Italia del tempo di Garibaldi, si trasforma definitivamente · davanti ai nostri occhi nell'Italia che opprime altri popoli, che depreda la Turchia e l'Austria, nell'Italia di una borghesia brl)tale, sudicia, reazionaria in modo rivoltante, che all'idea di essere ammessa alla spartizione del bottino, si -sente venire l'acquolina -in bocca ». Toccò a Gramsci compiere lo sforzo piu complesso di ripensare, in una nuova sintesi socialista, la piu recente storia d'Italia. Questo sforzo si basava, obiettivamente, sulla maturità raggiunta dal movimento operaio italiano, che poteva infine riproporsi, senza complessi, il problema del suo rapporto col' Risorgimento, sottraendosi alla posizione subalterna che era sta.ta della su?. ~la des~ra, come pure al rifiuto polemico che aveva caratterizzato le sue correnti piu vivaci della sinistra. In Gramsci questa maturità si esprime eol porre il problema dello Stato in generale, e di quello italiano, della ·sua origine e delle sue caratterizzazioni storiche, in particolare. Gramsci volle slargare la sua attenzio~e dagli sconfitti del Risorgimento a tutto lo Stato e alla sua classè dirigente, nelle cui caratteristiche soltanto, del resto, po- . tevano esser pienamente colti i motivi di quella sconfitta. Proprio per questo, le fonti immediate di Gramsci, nelle sue considerazioni sulla storia d'Italia, vanno ricercate non tanto nella tradizione socialista italiana. (che, abbiamo ricordato, era stata poco sensibile all'argomento), e tanto meno nelle querimonie degli epigoni del mazzinian·esimo, ma nelle élites critiche che si erano formate nell'interno stesso della· classe dirigente: Salvemini, i liberisti di sinistra e, in un rapporto di dare e avere, Gobetti 3 • Gram~ci innestò alcuni risultati di quella cri'tica nel suo marxismo riattivìzzato dalle esperienze leniniste e della rivoluzione d'ottobre: e ne derivò quel· nuovo qua1 Cfr. La questione italiana al 3° congressò llell'Internazionale comunista, Ediz. del partito comunista d'Italià, Roma 1921. Rakovsky era stato delegato del Comitato esecutivo ·dell'Internazionale al congresso di Livorno. _ 2 LENIN, Imperialismo e socialismo in Italia, pubblicato sul « Kommunist )) nell'agosto 1915 (ora in• Sul mov. op. ital., cit., p. 10). · 3 Su questo punto, vedi" un'osservazione proprio di GoBETTI.in La ·Rivo/. · liberale; cit., p. 129. · Biblioteca Gino Bianco

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