Le idee della Resistenza 877 ziale) "restaurazione " fra le finalità dell'antifascismo italiano? ». Il Risorgimento, insomma, non lo si poteva raddrizzare: era stato quello che era stato, una volta per tutte, moto per nulla popolare e guidato, a loro esclusivo vantaggio, da retrive oligarchie : e. come .si sarebbe potuto in · buona fede negare che l'Italia di Giolitti, che aveva partorito quella di Mussolini, era creatura del Risorgimento? Il supporto ideologico dell'atteggiamento di questa frazione di GL fu esposto dall'intervento di Luciano, e consisteva in una violenta dissociazio11e del motivo della libertà, trattato con sensibilità quasi anarchica, da -quello della nazionalità, dando a quest'ultimo un significato, ab anti·quo, totalmente negativo, quello che, appunto, aveva irrimediabilmente compromesso il valore di civiltà del Risorgimento. Luciano sbeffeggiava, conseguentemente, sia Croce e la storiografia liberale, clic ui vedeva, non a torto, una difesa nelle tesi raccomandate da Venturi, sia Marx. per il suo principio della rivoluzione nazionale tappa .della rivoluzione sociale. La posizione rosselliana, fu sostenuta dall' « uomo della strada >>, e poi da Rosselli stesso (Griffith, l'autore. di Mazzi.iii prof eta d1: una nuova_ Europa, limitandosi a difendere la nobiltà del credo spirituale di Mazzini; e Calosso prendendosi il gusto di ritorcere l'accusa di reazionarisn:io in pectore all'antirisorgimentismo di Caffi e· di Luciano). Rosselli riconobbe anch'egli che, piu che di un problema storiografico, si trattava di un problema del movimento rivoluzionario italiano: ma, appunt~ per questo, è conveniente, si ~ chiedeva, lasciare il monopolio del Risorgimento al fascismo? Egli rispondeva distinguendo due Risorgimenti: quello « ufficiale, prima neoguelfo, poi sabaudo e sempre moderato», e quello popolare, in cui nazionalità e libertà erano stati momenti inscindibili: di quest'ultimo, sconfitto _ fra il '59 e il '60, l'antifascismo aveva tutto il diritto e l'interesse a presentarsi come vendicatore e continuatore. Ne era ripr9va la permanenza nel popolo italiano della tradizione risorgimentale democratica, come ~imostrava, fra l'altro, il grande successo editoriale delle dispense della Storia del Risorgimento e dell'Unità d'Italia dello Spellanzon. La discussione su GL mise in- luce il facile scambio di posizioni (ad esempio, rispetto al « popolo » nel· Risorgimento: era piu « rivoluzionario » rivendicarne la presenza, o darne per scontata l'assenza?) e il rischio di astratti giochi dialettici nel maneggio di termini stror~ografici disancorati dalla loro base effettuale. Risultava comunque evidente che l'antifascismo non poteva non fare i conti col Risorgimento, e che la difficoltà consisteva nella elaborazione di una nuova sintesi; dopo quella liberale, fra dati (per la maggior parte dei quali non c'era tuttavia, almeno per il momento, che da rifarsi alle ricerche degli storici tradizionali), nuove spinte politiche, e nuove esigenze metodologiche. Biblioteca Gino· Bianco
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